Il presidente di TuneCore, Jeff Price, oggi ha pubblicato un articolo nel quale loda il servizio per la creazione di denaro “dal nulla” sfruttato dai detentori del copyright delle canzoni caricate su iTunes Match. Ma ci sono alcune case discografiche in disaccordo.
iTunes Match è stato lanciato con il supporto di tutte le maggiori etichette discografiche, ma alcune più piccole si sono rifiutate di partecipare affermando che il servizio sta legittimando i “pirati”.
Price non è d’accordo:
Una persona ha una canzone sul disco rigido del suo computer. Fa clic sulla canzone e la riproduce. Nessuno viene pagato. La stessa persona paga 25$ per iTunes Match. Fa ugualmente clic sullo stesso brano e lo riproduce attraverso il suo servizio iMatch. I detentori del copyright vengono pagati.
Price ha specificato che Apple trattiene il 30% dei ricavi di iTunes Match per sé (la stessa percentuale che l’azienda trattiene dalle vendite su iTunes e App Store); il restante 70% è ulteriormente diviso: l’88% va alle etichette discografiche e il 12% va ai cantautori. I canoni sono ripartiti tra gli artisti in base a “quante volte qualcuno accede alla canzone” tramite iTunes Match.
Price e altri dirigenti dell’industria discografica sono entusiasti di quello che ha comportato il servizio iTunes Match e, per estensione, Apple. Non solo gli artisti finalmente vengono ripagati di qualcosa per la musica piratata, ma per l’acquisto legittimo di canzoni vengono pagati due volte.
“Per quanto riguarda altri servizi di musica”, dice Price, “i clienti di Pandora o Spotify stanno pagando un canone per ascoltare la raccolta musicale di Spotify. I clienti di iTunes Match, invece, stanno pagando una tassa per avere accesso alla loro raccolta musicale”.
Via | MacRumors
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