Nel briefing di lunedi, Stephen Wolfram ha parlato riguardo l’ampliamento dell’integrazione del motore Wolfram Alpha nel nuovo assistente vocale di Apple.
Stephen Wolfram ha spiegato che nel corso del tempo, la gamma di query che gli utenti possono chiedere a Siri, che sono servite da Wolfram Alpha, continua ad ampliarsi.
Wolfram ha dichiarato che le query effettuate da Siri sono generalmente più facili da essere processate:
Query parlate hanno un carattere diverso dalle query digitate. Le persone sono molto meno pigre in quello che dicono che in quello che scrivono. Quando gli utenti scrivono, inseriscono le cose in maniera abbreviata. Con le richieste vocali, si tende ad inserire richieste in maniera completa.
Da una recente inchiesta, inoltre, Siri fornisce più di un quarto delle interrogazioni totali effettuate Wolfram Alpha approfittando degli algoritmi che alimentano Mathematica, un altro prodotto Wolfram Research, che consente agli utenti di effettuare alcune query di fatto molto complesse.
Secondo quanto afferma il New York Times:
Siri rappresenta circa un quarto delle richieste effettuate su Wolfram Alpha, il cui personale è cresciuto fino a 200.
Google dovrebbe essere preoccupato in quanto ciò potrebbe essere un altro indizio dato che, gli utenti che utilizzano Siri, si stanno abituando ad ottenere risposte concrete da Wolfram Alpha, piuttosto che Google. Per esempio, mentre dicendo a Siri “Google the iPhone” lancia Safari con i risultati di ricerca di Google, accompagnati da inserzioni testuali, chiedendole “Quanti giorni mancano a Pasqua” produce una risposta ben formattata da Wolfram Alpha, senza pubblicità alcuna. Dato interessante che un quarto delle ricerche avviene tramite voce.
Apple, grazie all’aiuto di Wolfram Alpha, riuscirà in futuro ad essere una valida alternativa all’ormai indiscusso Google?
Via | TUAW
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