A distanza di pochi giorni dalla chiusura di Megaupload e l’arresto dei proprietari da parte dell’FBI, anche gli altri principali siti che offrivano servizi analoghi fanno marcia indietro, disabilitando totalmente la possibilità di condividere i file che vengono caricati. Dropbox è ancora pienamente funzionante, però potrebbe essere a rischio visto il sistema che permette la condivisione con altre persone, facendo quindi decadere l’utilizzo personale.
E’ iniziato tutto con Megaupload, quindi Filesonic, seguito da Mediafire, Filepost, Fileserve e tanti altri. Sulle home page compare un avviso in rosso che comunica che ogni attività di condivisione è sospesa. Da oggi si potranno ancora caricare i propri files, ma non si potranno condividere tramite link pubblico come avveniva prima. Potremo bensì scaricarli sono facendo il login con i nostri dati, come una sorta di hard disk virtuale insomma. Sembrerebbe quindi proprio la fine per chi utilizzava i suddetti servizi per condividere materiale protetto da copyright, in quanto anche tutti i link già esistenti cesseranno di funzionare.
L’incognita è posta su servizi come Dropbox, che pur permettendo lo scambio di file tra più utenti, sono comunque circoscritti a piccoli gruppi chiusi. Sicuramente la perdita di un servizio come questo potrebbe essere un duro colpo per chi ne fa un uso intenso, basti pensare ai gruppi di lavoro che tramite questo servizio si scambiano facilmente e in mobilità documenti, immagini e PDF.
Il rischio è anche per la sicurezza dei dati degli utenti, in quanto vi è la concreta possibilità che per sfuggire ai controlli legali degli Stati Uniti, i fornitori di servizi spostino i propri server in paesi dove vigono leggi meno restrittive a discapito della privacy.
Non sembra esserci la possibilità, almeno per ora, che possa essere disattivato il servizio. Ma fino a prova contraria, allo stato attuale delle cose, è lecito pensare che possa succedere.
Via | ZDNet
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