Il famoso servizio di memorizzazione dati Dropbox, uno dei preferiti dagli utenti di Mac e PC per la sua semplicità d’uso e immediatezza è a rischio di sopravvivenza perché minacciato da un avversario decisamente e potenzialmente pericoloso che potrebbe ridurre la fetta di mercato che nel corso degli anni il servizio si è ritagliato. All’angolo opposto infatti scalda i muscoli Apple con il suo iCloud.
L’idea che avevano sviluppato Arash Ferdowsi e Drew Houston alla fine del 2006, dopo qualche anno di sofferenza, si è dimostrata vincente ed ha portato il gruppo ad un vero e proprio trionfo, minato però da un peccato iniziale che avrebbe potuto cambiare radicalmente le sorti dell’azienda. Ma andiamo con ordine.
Arash Ferdowsi e Drew Houston entrarono nel mondo del business nel momento migliore, poco prima della presentazione del primo iPhone che apriva la strada alla necessità di scambiare file, anche di grosse dimensioni, tra i dispositivi. I primi finanziamenti per sostenere il progetto della coppia li convinsero ad abbandonare gli studi e dopo soli 18 mesi Dropbox contava già 70 mila utenti, destinati a crescere in modo esponenziale fino ad arrivare a 25 milioni nell’arco di altri 15 mesi.
In pratica si sarebbe potuto tranquillamente affermare che, alle spalle del fenomeno Apple, il secondo gradino del podio spettasse al servizio di memorizzazione file pensato da Arash e Drew. Gli analisti, al momento del grande successo di Dropbox, valutarono il servizio sulla base di 4 miliardi di dollari.
Il segreto del successo non risiede solo nella semplicità d’uso ma in tutto quello che c’è alle spalle dell’interfaccia, un duro lavoro e innumerevoli test effettuati sulla base di utenti più o meno esperti. Anzi, sono stati proprio i meno esperti a consentire, con le loro esperienze, il miglioramento dell’usabilità fino a rendere Dropbox accessibile a tutti.
Questa è stata la chiave dell’incredibile diffusione ottenuta. Proprio mentre i due giovani stanno cavalcando l’onda del successo, arriva il peccato, d’orgoglio o presunzione, vedetela come volete. Apple Mobile Team, all’inizio del 2009 chiama i due fondatori per sapere qualcosa di più sul loro prodotto e, di seguito, arriva la chiamata da parte di Jobs che aveva sentito il profumo dell’affare.
L’ex CEO Apple propone l’acquisto in blocco del loro servizio che sarebbe potuto diventare un supporto chiave per l’azienda di Cupertino. Ma loro rifiutano, decisi a guidare da soli la loro società. Sentendosi rifiutare la proposta Jobs, seccato, chiude l’incontro con una frase laconica e minacciosa: “Voi offrite un servizio, non un prodotto“.
E la possibile minaccia diventa reale nel giugno di quest’anno quando Apple presenta iCloud, poi Google annuncia Drive e Microsoft riesuma Skydrive. Tutti servizi fin troppo simili a Dropbox che così ora si trova ad essere come Davide contro Golia, ma per il momento senza sassi da scagliare. Tutto quello che sembrava essere diventato oro, rischia di tornare tristemente un servizio accessorio dal momento che la società non può certo competere con i giganti che si è trovata di fronte nonostante i 250 milioni di dollari di finanziamento ottenuti ad ottobre.
Via | Wired
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