In un recente articolo, il Wall Street Journal ha esaminato i primi due mesi di Tim Cook nel ruolo di CEO Apple, e ha quindi creato una piccola lista delle differenze del suo stile di gestione rispetto a quello di Steve Jobs. E’ lapalissiano che lo stile di Cook non poteva essere lo stesso di Jobs, vediamo quindi le differenze:
In queste settimane, Cook ha lavorato su particolari cavilli amministrativi che non hanno mai interessato Jobs, come ad esempio le strutture di reporting e promoting aziendale. In altre parole, Cook ha diviso i team di vendita e di Marketing, al contrario di quanto fatto sotto la gestione di Jobs, dato che Apple ha sempre operato indipendentemente in questi settori. In termini pratici, questo cambia, ad esempio, il modo in cui il vice presidente del settore educational si interpone con il vice presidente del marketing anziché direttamente con Cook.
Alcune persone vicine all’azienda hanno affermato che il nuovo Chief Executive Officer (Amministratore Delegato – CEO, ndr), cinquantenne, è inoltre stato più comunicativo e disponibile verso i dipendenti e che, al contrario del predecessore, ha spedito varie emails all’interno dell’azienda chiamando i dipendenti di Apple come “Squadra” (Team), facendoli sentire più vicini alla direzione.
E’ stata anche fatta una riorganizzazione delle varie divisioni, cercando di renderle omogenee con il resto dell’azienda. Il risultato di questo cambiamento, ad esempio, ha aggiunto ulteriori responsabilità ai dirigenti Phil Schiller e John Brandon, come parte del programma di divisione del settore vendite e marketing (scritto poco sopra).
Il nuovo CEO si è anche focalizzato sugli esperti presenti in azienda, come ad esempio Eddy Cue, recentemente promosso per incoraggiare altri dirigenti ad interporsi con i clienti. Cook si è anche rivelato disponibile ad altre possibilità, come ad esempio la distribuzione dei dividendi in azioni o il riacquisto che sono stati a lungo argomenti non presi in considerazione dall’azienda, anche se la sua liquidità e gli investimenti sono aumentati.
Cook è ampiamente considerato come un leader operativamente molto forte, ma alcuni si sono chiesti se egli abbia “la visione” dei prodotti per poter guidare l’azienda senza Jobs. Secondo alcune testimonianze, pare che Jobs abbia lavorato duramente per lasciare Apple con una linea di prodotti per i prossimi quattro anni, ma, nonostante questo, pare che Cook sia intenzionato a dimostrare il valore di persone come Jony Ive, Phil Schiller, Scott Forstall ed Eddy Cue, confidando nella loro grande esperienza sviluppata negli anni passati assieme al fondatore della società di Cupertino.
Come dicevo ad inizio articolo, è lapalissiano che la gestione non poteva essere la stessa. Sarebbe stato stupido da parte di Cook cercare di assomigliare a Steve Jobs, in quanto è evidente che lui non è Jobs, è Tim Cook ed ha un suo stile personale; avrebbe sicuramente creato sconforto nel pubblico se avesse cercato di imitare un altro personaggio, pertanto seguirà un suo personale stile, forte dei consigli avuti dal grande Guru.
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