Questo è semplicemente un mio pensiero, e volevo condividerlo con Voi. Iniziamo con il dire che non è solo iPhone, non è solo Apple e non é solo un Day One. Non é di più e non è molto meno di questo. È solo diverso.
La gente in fila per 24 ore, alcuni anche di più, per lavoro, per passione o perché non si ha niente da fare. Sta di fatto che si è lì. Crisi o non crisi si persegue la propria passione nel modo che riteniamo più appropriato per la nostra soddisfazione.
Il sottoscritto con il fidato compare sono arrivati di fronte all’Apple Store di Covent Garden il 12, ormai 13 Ottobre, verso le 3 di notte ora locale ed hanno trovato già in fila altre 6 persone. C’era l’ormai famoso ragazzo che ha dormito lì davanti per dieci giorni, il simpatico secondo in fila che al momento del lancio ha scoperto di avere un gemello (noi ci scherzavamo su, la somiglianza con uno della sicurezza era impressionante), ed altre persone che dormivano tra tende e sacchi a pelo. Molti italiani, con cui abbiamo stretto amicizia, hanno passato con noi le ore che ci separavano dal lancio del nuovo terminale.
Con noi in fila altri colleghi di blog, concorrenti o meno chi se ne importa tanto eravamo lì per lo stesso motivo, cercare di informare i rispettivi utenti sul Day One e tutto ciò che accade.
…e in queste occasioni, quello che accade, è esattamente ciò che non ti aspetti…
Abbiamo subito trovato un grande feeling con Gigi e Marco della concorrenza italiana. Siamo stati a chiacchierare, ridere e scherzare come se ci conoscessimo da tempo. Ci siamo aiutati dandoci il cambio per andare a prendere qualcosa da mangiare o da bere, andare ai servizi o semplicemente prestandoci il sacco a pelo o le coperte nelle nottate di grande freddo londinese. A che serve combattere contro un nome e cognome letto al PC? Le persone si giudicano… di persona e con Gigi e Marco sono stato benissimo, ed abbiamo passato momenti di risate da non prendere fiato anche insieme agli altri.
Gli altri, esattamente. Dopo di noi infatti è arrivato una altro ragazzo, Giuseppe, una vera rivelazione nelle nostre ore di attesa. Con la sua semplicità disarmante, ed il suo humor non proprio inglese, Giuseppe ha portato una ventata di ilarità tra imitazioni e battute. Ma soprattutto ha portato la sua risata contagiosa.
Assieme a Giuseppe abbiamo conosciuto iGino, un simpatico signore che abbiamo soprannominato così per via dell’applicazione che ha sviluppato. iGino è stato la nostra fonte di informazioni random, in quanto si avvicinava agli altri in fila, osservava, chiedeva e riferiva le novità che giravano. Inoltre è stato le nostre braccia nel momento in cui, bloccati addosso alle transenne prima dell’ingresso nello store, ci ha passato caffè e cornetti che a noi non sarebbero mai arrivati.
Subito dopo iGino c’erano Mirko e Matteo, simpatici ragazzi che hanno accettato di partecipare ad una delle partite di Monopoly più strane che io abbia mai visto. Giocando in coppia, da outsider i due si sono praticamente portati a casa l’intero malloppo del tabellone. Con loro siamo stati bene, erano vicini a noi in fila e prima di andarsene ci sono venuti a cercare per salutarci e fare una foto insieme. Piccole soddisfazioni che fa sempre piacere provare.
Nel frattempo su Facebook eravate in tantissimi a scrivermi e chiedermi come andava la nottata, vi ringrazio, ho risposto a molti di voi. Tra i tanti che si erano fatti sentire tramite il noto Social Network, c’era anche Alan, ragazzo di 20 anni che vive a Londra e non appena ha staccato dal lavoro si è presentato a Covent Garden con qualcosa da mangiare per me e Jacopo. Piacevole sorpresa e squisita gentilezza (squisiti anche i panini). È stato con noi una parte del pomeriggio per poi tornare a lavoro, dandoci appuntamento per la sera. Alan verso le 23 è tornato ed ha portato altri panini, stavolta però anche per la concorrenza che era sempre lì vicino a noi e con la quale ci stavamo divertendo sempre di più (tranne quando iniziavano a russare per quei rari momenti di riposo).
Tornando ad Alan è stato davvero prezioso. Quando due ragazzi della sicurezza, accompagnati da un commesso Apple, hanno incredibilmente deciso di spostare l’intera fila al di fuori dei portici, a 4 ore dall’apertura dello store, è scattata la follia umana ed Alan è stato la nostra voce. Ero rimasto schiacciato tra le varie persone ultime in fila che si erano precipitate nella nuova cercando furbescamente di guadagnare posizioni. Alan ha spiegato a chi di dovere l’accaduto venendomi a prendere con la security e riportandomi al mio posto originario, accanto a Jacopo, Gigi e Marco. Bisogna considerare che Alan ha fatto questo solo per stare con me Jacopo. Lettore di iSpazio da tempo, non era lì per acquistare il nuovo iPhone.
La nottata è poi proseguita cercando un insperato attimo di riposo mai arrivato, dividendosi il piumone, l’acqua e soprattutto uno spazio strettissimo.
Ed eccoci alle 8 di mattina del 14 Ottobre. Al momento dell’apertura delle porte siamo entrati, abbiamo acquistato e siamo usciti.
Vedete, la parte meno importante riguarda l’acquisto a mio parere. Le emozioni più belle, i momenti più importanti dell’evento, positivi o negativi che siano e quelli più indimenticabili, al momento dell’apertura delle porte li hai già provati. Indimenticabili perché, anche se sembra una tortura, il Day One vissuto in questo modo è duro ma allo stesso tempo sorprendente e inaspettato. Le variabili in gioco sono davvero molte ed ogni volta non sai come andrà, chi incontrerai, come passerai il tempo. Lo vivi e basta, così come viene.
Un enorme Grazie ad Alan, Gigi, Marco, Giuseppe, iGino, Mirko, Matteo, tutti quelli che ho dimenticato ed ovviamente al compagno di viaggio Jacopo. Grazie a tutti per avermi fatto trascorrere due giorni, appunto, diversi.
Sia giusto o meno stare due notti al freddo londinese per un telefono non sta a me dirlo, io l’ho fatto. Ognuno la pensa come vuole ed è giusto sia così.
Alla fine questo era semplicemente un mio pensiero, e volevo condividerlo con Voi. Grazie per averlo letto.
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