Oggi la nota rivista settimanale statunitense Time, ha pubblicato un’edizione, disponibile in tutto il mondo, interamente dedicata al ex CEO di Apple venuto a mancare prematuramente lo scorso 5 ottobre. Il Time ha annullato il numero che era in stampa per oggi e ne ha riscritto uno di sana pianta, con i contributi del biografo Walter Isaacson, dei reporters Harry McCracken e Lev Grossman e le foto di Diana Walker, che fotografa il creatore di Apple per la rivista sin dal 1982.
La foto in copertina ritrae Steve Jobs nel 1984. Il grande creatore di Apple è apparso nelle prima pagine del Time per ben 7 volte.
Di seguito vi proponiamo un estrapolato della biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson:
Jobs divenne così il più grande dirigente d’affari della nostra epoca, quello che certamente ricorderemo almeno per il secolo a venire. La storia lo porta ad entrare nel pantheon giusto alla destra di Thomas Edison e Henry Ford. Più di chiunque altro uomo del suo tempo, ha ideato prodotti che sono stati completamente innovativi, che uniscono la bellezza della poesia e la potenza dei processori.
Ha costruito ciò che è stata la società di maggior valore al mondo, almeno per un breve periodo durante il mese scorso. E fu in grado di infondere nel codice genetico dell’azienda la sensibilità di progettazione, il perfezionismo e la fantasia che la rendono probabilmente, anche a decenni da ora, la società che meglio rappresenta l’incrocio tra arte e tecnologia.
All’inizio dell’estate del 2004, ho ricevuto una telefonata da lui. Era stato sempre amichevole nei miei confronti nel corso degli anni, con picchi occasionali di intensità, soprattutto quando era pronto a lanciare un nuovo prodotto che voleva sulla copertina del Time o sulla CNN, luoghi in cui avevo lavorato. Ma ora che non lavoravo più per loro, non lo sentivo da molto. Abbiamo parlato un po dell’Aspen Institute, che ho recentemente fondato, e lo invitai a parlare al nostro campus estivo in Colorado. Disse che sarebbe stato felice di venire, ma non avrebbe parlato sul palco. Voleva, invece, fare una passeggiata per poter chiacchierare.
Sembrava un po’ strano. Non avevo idea che fare una lunga passeggiata era il suo modo preferito per affrontare una conversazione seria. Dopo la conversazione, desiderava che scrivessi una biografia su di lui. Ne ho recentemente pubblicata una su Benjamin Franklin e ne stavo scrivendo un’altra su Albert Einstein e la mia reazione iniziale è stata di meraviglia. Scherzai chiedendo se egli si vedeva come il successore naturale in quella sequenza, perché davo per scontato che fosse ancora nel bel mezzo di una carriera oscillante, piena di alti e bassi.
Ho esitato. Non ora, ho detto. Forse tra un decennio o due, quando andrai in pensione.
Ma poi ho capito che mi aveva chiamato poco prima di essere operato di cancro per la prima volta. Affrontava la malattia con una intensità impressionante, mista ad un romanticismo emotivo incredibile e mi è sembrato così profondamente avvincente che ho capito quanto la sua personalità fosse radicata all’interno dei prodotti che aveva creato. Le sue passioni, i demoni, i desideri, l’arte, le diavolerie e l’ossessione per il controllo sono stati interamente collegati al suo approccio al business, così ho deciso di provare a scrivere il suo racconto come caso di studio nel campo della creatività.
Isaacson era a conoscenza della morte ormai imminente di Jobs e la sua ultima intervista risale al periodo delle dimissioni. Verrà integrata alla fine del libro per volere dello stesso creatore della mela:
Qualche settimana fa, gli ho fatto visita per l’ultima volta nella sua casa di Palo Alto, in California. Si era trasferito in una camera da letto al piano di sotto perché era troppo debole per salire e scendere le scale. Era rannicchiato in un certo dolore, ma la sua mente era ancora forte e il suo umorismo vibrante. Abbiamo parlato della sua infanzia e mi ha dato alcune immagini del padre e della famiglia da utilizzare nella mia biografia. Come scrittore, sono stato abituato a essere distaccato, ma sono stato colpito da un’ondata di tristezza per il modo in cui ha cercato di dirmi addio. Al fine di mascherare la mia emozione, ho fatto l’unica domanda che ancora mi incuriosiva: a cosa era dovuta tutta quell’ansia, durante le 50 interviste e conversazioni fatte nel corso dei due anni, nel volersi aprire completamente ad un libro, quando di solito quelli raccontati sono particolari privati? “Volevo che i miei figli mi conoscessero” ha detto. “Non ero sempre lì per loro e volevo fargli capire chi sono e quello che ho fatto.”
La biografia, lo ricordiamo, è già in preordine su iTunes ed iBook Store e sarà disponibile a partire dal 24 ottobre. Se volete, il Time ha raccolto alcune immagini di Jobs in una fotogallery a lui dedicata.
Via | 9to5Mac
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