Il tema della sicurezza informatica è certamente uno dei punti più caldi nel mondo tecnologico moderno: la diffusione degli smartphone, che ha aumentato esponenzialmente l’utilizzo di Internet da parte degli utenti, ha reso necessarie alcune misure per garantire all’utenza un livello di sicurezza degno e la miglior protezione dei propri dati personali. Per questo motivo, le applicazioni presenti sugli store virtuali dei vari produttori dovrebbero esercitare un maggior impegno nelle proprie politiche relative alla sicurezza.
A sostenerlo è un’azienda europea che si occupa di sicurezza informatica, l’ENISA (European Network and Information Security Agency), tramite Marnix Dekker.
Allo stato attuale, nessuno garantisce alcun tipo di incentivo, ad esempio, agli sviluppatori Android affinché investano sulla sicurezza delle proprie applicazioni, dato che esse avranno lo stesso valore di altre applicazioni meno sicure sviluppate da qualche sviluppatore amatoriale in pochi giorni.
Il report suggerisce ai gestori dei market virtuali un sistema di feedback riguardante la reputazione del singolo sviluppatore nel campo della sicurezza dei propri prodotti. Nascerebbero quindi applicazioni certamente più sicure, caratterizzate non solo dalle loro funzionalità ma anche dalla protezione e dalla salvaguardia garantita dalle applicazioni stesse ai propri dati personali. Naturalmente, per funzionare correttamente questo dovrebbe essere implementato non solo su App Store, ma su tutti gli store.
Attualmente manca una vera e propria cooperazione tra le squadre dei vari store impegnate sulla sicurezza: cosa che Dekker ha definito “controproducente ed assolutamente inefficace”. L’ENISA consiglia ai produttori di smartphone anche di creare una sorta di sandbox, un ambiente protetto all’interno del quale ogni utente può testare le nuove applicazioni scaricate in tutta sicurezza, monitorando l’accesso ai propri dati e potendo così stabilire se considerare sufficientemente sicuro un certo applicativo. In questo modo, la sicurezza degli store sarebbe garantita non più solo dal produttore, ma anche dall’utente, che potrebbe segnalare eventuali malfunzionamenti e prevenire l’accesso di alcune applicazioni ai propri dati personali.
Via | Cult of Mac
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