Circa un mese fa, vi avevamo informato in merito ai risultati di una ricerca condotta da Symantec, che vedevano iOS meno vulnerabile agli attacchi informatici rispetto ad Android. Ora ciò viene nuovamente ribadito da Lookout, società di sicurezza mobile, e Retrevo, compagnia di marketing. Vediamo su quali basi fondano le loro tesi, analizzando anche in che modo i malware possono insinuarsi nei nostri dispositivi.
La domanda “Quali telefoni cellulari possono essere attaccati da virus o malware?” – illustrata dall’istogramma sopra – mostra una minore consapevolezza da parte dei possessori di uno smartphone basato sul SO con il robottino verde in merito alla possibilità che il proprio device possa essere preda di hacker e compagnia.
Per quanto riguarda, invece, le perdite di dati derivanti da furti fisici del telefono, Retrevo fa sapere che, su 1000 utenti, circa il 62% dei possessori di iPhone o Blackberry utilizza una password per proteggere il proprio terminale, mentre solo il 49% degli Androidiani fa lo stesso; inoltre, il 29% degli iPhone users afferma di non aver messo in atto misure volte ad evitare data losses, contro il 39% degli utenti Android.
Ma cos’è che rende iOS effettivamente più sicuro? Un ruolo importante in tal senso viene giocato dalla stessa Apple, che, con i suoi stretti controlli (spesso criticati dai più), rende disponibili all’utente applicazioni senza rischio, pronte per essere installate in tutta tranquillità.
Controlli di sicurezza che non avvengono/avvengono con minore frequenza su una piattaforma open-source come Android, rendendola maggiormente soggetta a rischi di natura informatica.
Passiamo ora ai dati di Lookout. Grazie all’integrazione con oltre 700 mila apps, informazioni provenienti da oltre 10 milioni di dispositivi sparsi per il globo possono essere raccolte dalla società, che riporta un aumento dell’85% del numero di rilevamenti di malware sui dispositivi portatili.
Viene fatto notare, inoltre, che, rispetto a sei mesi fa, gli utenti Android sono addirittura 2,5 volte più soggetti ad incorrere in attacchi di pirateria; questo perchè le applicazioni “con sorpresa” sono passate da 80 ad oltre 400 solo nel periodo compreso tra gennaio e giugno.
L’immagine che potete notare qui sopra mostra i passaggi che un’applicazione prodotta da un onesto developer subisce una volta infettata da malware: dopo la pubblicazione su un qualsiasi App Store non soggetto a controlli, non c’è pressochè alcun modo per l’utente finale di evitare di installare, insieme al software, anche il virulento extra, permettendo a terzi di controllare il proprio dispositivo.
Al momento, malware e spyware hanno preso di mira principalmente i dispositivi Android, anche se vi sono apps disponibili su terminali iOS jailbroken che portano con sè software dannoso.
Lookout ricorda, inoltre, che l’unico modo per difendersi preventivamente da minacce alla sicurezza consiste nel tappare le eventuali falle grazie ad aggiornamenti del firmware, che, in alcuni casi, tardano purtroppo ad arrivare.
Riuscirà Apple con la sua politica ad evitare anche in futuro che i propri dispositivi vengano presi di mira (con successo) dagli hacker?
Via | AppleInsider
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