Era già successo ad Apple in primis e Google in secundis. La questione geolocalizzazione, nonostante rappresenti un’attrattiva per gli utenti ma anche per le società, è ormai un argomento dibattuto in tema privacy. Questa volta sul banco degli accusati ci sarebbe Microsoft, che col suo sistema di geolocalizzazione e tracciabilità violerebbe i diritti alla privacy dei suoi utenti.
Lo ha scoperto Elie Bursztein, il ricercatore di Stanford che aveva già denunciato qualche mese fa dei problemi simili relativi a Google. Burszterin era riuscito ad individuare la tracciabilità indiretta di alcuni dispositivi Android servendosi delle API di Mountan View e di un dispositivo di sua costruzione. Il colosso delle ricerche web risolse immediatamente il problema.
Adesso è il turno di Microsoft, che utilizzando le API W3C geo-localizzate e Live Location attraverso Internet Explorer mette a repentaglio la privacy dei suoi utenti. Attraverso queste API è infatti possibile tracciare un dispositivo semplicemente attraverso il MAC address.
Nonostante non sia sufficiente a eliminare ogni dubbio, Microsoft ha risposto che i dati di geolocalizzazione raccolti vengono immediatamente eliminati nel caso in cui il sistema stia rilevando un dispositivo mobile. Infatti il sistema di geolocalizzazione di Redmond servirebbe solo a localizzare postazioni fisse. Una risposta che non convince del tutto, ma è probabile che la società di Redmond si occuperà in maniera più approfondita di questo problema.
Una riflessione è d’obbligo in questo caso: questa è già la terza imponente società che si ritrova a toppare sul problema privacy e la cosa che bisogna capire è se questi errori sono semplici sviste dovute al sistema ancora in evoluzione o se sono errori voluti e premeditati. Voi cosa ne pensate?
Via | Macity
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