Apriamo la mattinata con una notizia alquanto bizzarra, riportata da CultOfMac: nei giorni scorsi un artista digitale di 25 anni ha installato un programma sui Mac di due Store Newyorkesi che scattava fotografie di nascosto agli utenti che utilizzavano i dispositivi. Adesso i servizi segreti degli Stati Uniti hanno sequestrato il suo computer e il giovane artista dovrà affrontare pesanti accuse penali.
Utilizzando un programma di sua invenzione, Kyle McDonald ha visitato due Apple Store di Manhattan e, dato che i Mac vengono ripuliti ogni notte, ha reinstallato il suo software in tre giorni diversi di giugno. L’applicazione, programmata dallo stesso McDonald, ha preso le immagini di oltre 1.000 clienti degli Apple Store che sono poi state caricate sul suo blog di Tumblr.
Il “progetto artistico” di McDonald è culminato in un evento non autorizzato presso gli Stores di West 14th Street e Soho, dove l’artista ha installato un software che mostrava a chi utilizzava i Mac, prima una foto di se stessi, poi una presentazione con le immagini di tutti gli utenti ripresi.
Secondo l’artista di Brooklyn, il suo progetto è stata un’occasione per dimostrare come le macchine ci possano alienare dal mondo.
Abbiamo questa espressione sul nostro viso [quando usiamo i computer] che in pratica dice che non stiamo interagendo con nessuno, stiamo interagendo con la macchina. Anche se ci sono un sacco di persone nella stanza presso il negozio di Apple, non stai interagendo con loro. Se succede qualcosa di strano, non si dice: ‘Ehi, hai visto?’
Tuttavia il progetto corredato da questa spiegazione non ha divertito Apple che ha chiesto l’intervento dei servizi segreti. Quattro uomini in giacca e cravatta lo hanno svegliato la mattina di Giovedi con un mandato di perquisizione per frode informatica. Hanno sequestrato due computer, un iPod e due flash drive, e detto poi a McDonald che Apple sarebbe entrata in contatto con lui separatamente. L’artista-hacker dice di non aver infranto alcuna legge, motivando con questa logica:
Prima di iniziare, ha ottenuto il permesso dalla guardia di sicurezza di Apple per scattare foto in negozio, poi ha chiesto ai clienti se poteva fotografarli (con una macchina fotografica). Se tutti avessero detto di no, dice, non avrebbe proceduto. Ha anche evitato di mettere il codice per il programma on-line di foto-taking, come fa con la maggior parte dei suoi progetti, perché ha riconosciuto che la tecnologia che sta dietro il suo progetto artistico potrebbe essere utilizzata per scopi meno benigni. Se qualcuno si vede nella sua collezione e vuole essere rimosso, lui provvede a farlo.
Secondo questo ragionamento, McDonald sarebbe nel giusto ad aver installato spyware per registrare clienti su tutti i Mac di due Apple Stores di Manhattan, questo perché un dipendente Apple Store e un paio di casuali passanti avevano detto che andava bene fotografarli. Piuttosto debole come giustificazione. Alla domanda su cosa pensasse di quello che era successo, McDonald ha detto: “Il mio pensiero principale è che io preferirei spendere il mio tempo e denaro per un nuovo lavoro, piuttosto che fare con una indagine su frode informatica”.
Un evento abbastanza singolare quello che è successo a New York. Sono d’accordo sul fatto che spesso il computer, con le mille distrazioni che ci propone, possa portare ad alienazione, ma come ogni cosa, tutto dipende dall’uso che se ne fa e da chi ci sta dietro. Non dimentichiamoci che computer e rete ogni giorno ci permettono di comunicare con tutto il mondo in maniera semplice e veloce. E non si parla solo dei social network. Adesso McDonald dovrà affrontare una causa penale molto pesante e il suo fine artistico non conta come giustificazione. Voi cosa ne pensate? Giustifichereste il comportamento di questo artista?
Via | CultOfMac
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