Parlando della possibilità che Apple rimuovesse dall’App Store le applicazioni contenenti informazioni sui posti di blocco della polizia (DUI) in seguito alle pressanti richieste dei Senatori americani, avevamo riportato il comunicato rilasciato dagli sviluppatori di PhantomALERT che, a detta di molti, era sembrato una sfida verso le istituzioni americane.
Oggi però, il CEO di PhantomALERT, Joe Scott, ha rilasciato dichiarazioni importanti riguardo la vicenda, precisando che l’applicazione non intende incentivare la guida per le persone che non sarebbero in condizione per farlo, condannando quindi lo stato di ebbrezza.
Prima di tutto, mi scuso per il tono del comunicato stampa. Sono appena venuto a conoscenza della situazione e sono imbarazzato ad ammettere che non sono stato io ad autorizzare quel comunicato. E’ stato fatto da un’agenzia estranea e mi scuso a nome di tutti noi di PhantomALERT.
Se l’avessi visto in tempo, avrei sicuramente cambiato il tono e il messaggio. Per la cronaca, noi di PhantomALERT non vogliamo in nessun modo incoraggiare a guidare chi non è in condizione di farlo dopo aver bevuto. Anzi, ci sentiamo di lodare i Senatori per aver affrontato un argomento tanto delicato e importante. Dobbiamo solo pensare che sia stata presa di mira l’applicazione sbagliata e se sapessero come funziona realmente PhantomALERT probabilmente apprezzerebbero il nostro lavoro.
Secondo Scott si è trattato, in definitiva, di un grande equivoco che avrebbe rischiato di far rimuovere l’applicazione dall’App Store, a giudicare dalle nuove linee guida introdotte da Apple dopo l’intervento dei Senatori.
PhantomALERT è stata pubblicizzata per gli avvisi sui semafori e sugli autovelox ma in particolare per gli avvisi sui posti di blocco. Questa funzione ha attirato l’attenzione dei Senatori che hanno colto l’occasione per criticare il nostro prodotto. Tutti hanno pensato che noi volessimo sfidare i Senatori, ma i problemi sono ben altri.
Quello che è successo a noi è una tipica storia americana. Ci siamo trovati coinvolti in una lotta per libertà di parola, informazione, comunicazione e libertà di stampa. Il problema non sono gli avvisi sui posti di blocco. Si tratta delle informazioni, di come vengono raccolte, diffuse e utilizzate. Crediamo che le informazioni pubbliche dovrebbero essere a disposizione di tutti – e ci batteremo per difendere questo diritto “.
In definitiva, PhantomALERT riporta solo informazioni già pubbliche e le racchiude in un’unica app. Avranno sbagliato gli altri sviluppatori ad eliminare le informazioni dalle proprie applicazioni? Siamo sicuri che la vicenda avrà altri risvolti.
Via | Cultofmac
Leggi o Aggiungi Commenti