Sul territorio italiano, da sempre fanalino di coda in Europa per la diffusione e la qualità della banda larga, il 2% della popolazione che vive in aree urbane non è provvista di linea ADSL, mentre circa il 20% sfrutta una connessione con velocità inferiore a 2 Mbps. Dati, che se confrontati con quelli di altre nazioni europee, mettendo in evidenza la lentezza del nostro paese nella corsa al digitale. In Francia e Regno Unito, ad esempio, la banda larga è disponibile dappertutto, zone rurali e montane incluse.
A peggiorare la situazione italiana, già precaria, vi è il taglio degli investimenti per combattere il digital divide. Com’è possibile che il governo sia sordo ad un simile richiamo? La crescita esponenziale di abbonamenti flat per Internet mobile porterà a breve ad un collasso della rete e l’unica soluzione potrebbe essere quella di sfruttare le frequenze televisive (libera dalla TV analogica). La mancanza di investimenti e l’assenza di un sopporto da parte del governo rischiano di portare l’Italia in “serie B” nella banda larga.
Attualmente, il 50% degli italiani ha una connessione ad alta velocità (a casa o in mobilità), mentre il resto d’Europa tocca il 61%. Secondo la relazione annuale, oltre 20 milioni di italiani collegati in Rete trascorre in media 9 ore alla settimana su Facebook, mentre per informarsi scelgono la TV.
Via | La Repubblica
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