Pochi giorni fa la società californiana ha modificato le linee guida per il suo store online, riducendo sensibilmente le caratteristiche che un’app, volta alla diffusione di contenuti, deve rispettare. Si tratta di un vero e proprio ripensamento rispetto alla strategia implementata qualche mese fa e che aveva provocato non pochi malumori tra gli editori.
Le apps possono leggere ed eseguire contenuti approvati (nello specifico riviste, quotidiani, libri, audio, musica e video) che vengono sottoscritti o acquistati al di fuori dell’applicazione stessa, a patto che non ci sia alcuna opzione o link esterno per acquistare il contenuto in questione. Apple non riceverà alcuna percentuale sui ricavi per contenuti che vengono acquistati o per cui vengono sottoscritti abbonamenti al di fuori dell’app.
Come possiamo ben capire dal testo di questo articolo, estratto dal regolamento Apple, a Cupertino hanno deciso di garantire una maggiore libertà agli editori, che da questo momento in poi potranno dunque liberamente vendere i loro contenuti anche attraverso canali esterni all’App Store. Il tutto senza andare in contro ad esclusioni o a costi aggiuntivi, rappresentati da percentuali da garantire ad Apple.
Ampia libertà verrà anche data sul prezzo di vendita, che potrà essere liberamente stabilito dall’editore in base alle esigenze specifiche del caso. L’unica condizione, comprensibile tra l’altro, è che all’interno dell’app non vi sia alcun tipo di opzione che rimandi a siti esterni, per effettuare l’acquisto.
Sebbene, ufficialmente, non si conoscano le ragioni di questo ripensamento, è facile immaginare che gli editori avranno esercitato delle forti pressioni su Apple, in considerazione del 30% che viene pagato alla stessa per ogni vendita generata all’interno dell’App Store.
Possiamo dunque considerare conclusa la vicenda?
Via | MacStories
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