La Commissione Europea ha inflitto ad Apple una maxi multa da 500 milioni di euro, pari a circa 570 milioni di dollari, per violazioni legate al Digital Markets Act (DMA). La sanzione riguarda le politiche anti-steering dell’App Store, giudicate dall’UE incompatibili con le regole sulla concorrenza digitale.
Il punto centrale della questione riguarda la mancanza di libertà per gli sviluppatori di informare gli utenti su alternative di acquisto esterne all’App Store senza dover pagare commissioni ad Apple. Il DMA, entrato in vigore per regolare le piattaforme digitali dominanti, stabilisce che gli sviluppatori devono poter comunicare liberamente le opzioni di pagamento alternative e reindirizzare gli utenti a queste senza alcun tipo di ostacolo tecnico o commerciale.
Secondo quanto riportato, Apple avrebbe invece mantenuto restrizioni che impediscono agli sviluppatori di beneficiare pienamente di canali di distribuzione alternativi, continuando a imporre commissioni anche su acquisti esterni. La multa da mezzo miliardo è stata quantificata tenendo conto della gravità e della durata della non conformità da parte dell’azienda di Cupertino.
Anche se la Commissione non ha specificato nel dettaglio ogni singolo punto in violazione, è evidente che nel mirino ci siano le attuali commissioni superiori al 17% applicate agli acquisti effettuati fuori dall’App Store, che di fatto impediscono di beneficiare della libertà promossa dal DMA.
Apple dovrà quindi rimuovere tutte le restrizioni tecniche e commerciali relative a questi meccanismi di “steering”, ovvero la possibilità per gli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso soluzioni di pagamento esterne. Secondo fonti vicine al dossier, l’azienda sarebbe costretta a modificare a breve le regole dell’App Store in Europa per evitare ulteriori sanzioni.
Ma c’è di più. In un’altra indagine parallela, la Commissione ha espresso un parere preliminare negativo anche sulla questione della distribuzione di app al di fuori dell’App Store. Secondo l’UE, Apple non starebbe rispettando l’obbligo di supportare concretamente i marketplace alternativi. In particolare, viene criticata l’introduzione del Core Technology Fee, un costo che, secondo Bruxelles, scoraggia gli sviluppatori dal distribuire le app al di fuori dei canali ufficiali Apple.
Inoltre, viene evidenziato come il processo di installazione di marketplace alternativi sia intenzionalmente complesso e penalizzante per l’utente finale, un altro elemento che potrebbe portare a nuove sanzioni se Apple non apporterà modifiche significative.
Ora l’azienda ha la possibilità di replicare ufficialmente al parere preliminare della Commissione su questo secondo fronte, in attesa del pronunciamento definitivo.
C’è però anche una nota positiva per Apple: la Commissione ha ritenuto sufficienti i cambiamenti apportati in iOS per quanto riguarda le scelte predefinite dell’utente. Tra questi rientrano la schermata iniziale per la selezione del browser, le nuove opzioni per impostare app predefinite per chiamate e messaggi e la possibilità di rimuovere app di sistema come Safari.
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