Google Maps ha recentemente apportato una modifica significativa alla sua cartografia, rinominando il Golfo del Messico in “Golfo d’America” per gli utenti statunitensi.
Il cambiamento, già anticipato nelle scorse settimane, è stato ufficialmente implementato in seguito a una decisione politica dell’amministrazione Trump, scatenando un acceso dibattito a livello internazionale.
La nuova denominazione è visibile solo per gli utenti che accedono a Google Maps dagli Stati Uniti, mentre in Messico e nel resto del mondo continua a essere utilizzato il nome tradizionale “Golfo del Messico”. Tuttavia, a livello internazionale, la piattaforma mostra entrambe le versioni, con la dicitura “Golfo d’America” tra parentesi accanto al nome tradizionale.
Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale di Google, la decisione è stata presa sulla base del Geographic Names Information System (GNIS), il database ufficiale degli Stati Uniti che raccoglie informazioni geografiche ufficiali. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di “rafforzare l’identità culturale americana”, come sottolineato dal Dipartimento degli Interni statunitense.
Trump ha commentato la decisione definendola un “passo importante per riaffermare la grandezza degli Stati Uniti” e ha persino designato il 9 febbraio come “Giorno del Golfo d’America”, una nuova ricorrenza dedicata alla celebrazione del patrimonio geografico e culturale del Paese.
Se Google ha già implementato il nuovo nome su Maps, altre piattaforme cartografiche digitali non hanno ancora seguito l’esempio. Mappe di Apple mantiene la denominazione “Golfo del Messico” e, cercando “Golfo d’America”, il sistema reindirizza comunque alla denominazione originale. Lo stesso vale per altri servizi come MapQuest, che non hanno apportato alcuna modifica.
Un caso particolare è rappresentato da Waze, altra piattaforma di proprietà di Google che ha adottato un approccio intermedio: cercando “Golfo del Messico” compaiono entrambe le denominazioni, ma il nome “Golfo d’America” non restituisce risultati diretti.
Non è la prima volta che Google Maps adatta la toponomastica in base alla posizione dell’utente. Un esempio simile si è verificato in Medio Oriente, dove il Golfo Persico viene mostrato come Golfo Arabico per gli utenti provenienti dai paesi arabi. Tuttavia, la modifica della denominazione del Golfo del Messico ha un peso geopolitico e culturale più rilevante, considerando la sua storica denominazione risalente a oltre quattro secoli.
Il cambio di nome del Golfo del Messico arriva in un momento delicato per i rapporti tra Stati Uniti e Messico. La decisione solleva interrogativi sulla possibilità che la cartografia digitale venga utilizzata come strumento di soft power e di influenza politica.
Mentre il governo messicano non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, la modifica ha già suscitato dibattiti sui social media e tra gli esperti di geopolitica. Alcuni temono che questa scelta possa inasprire ulteriormente le tensioni diplomatiche, mentre altri ritengono che si tratti di una semplice decisione interna senza conseguenze reali.
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