Quando Apple ha lanciato a sorpresa Inviti, una nuova app dedicata alla pianificazione di eventi, la reazione del pubblico è stata piuttosto singolare. Invece di concentrarsi sulle funzionalità del servizio, molti hanno criticato la strategia di Apple, paragonandola a quella di Google, nota per il suo storico di app e servizi lanciati con entusiasmo, ma poi abbandonati poco dopo.
Ma è davvero così? Apple dimentica le sue app più sperimentali? Oppure c’è una strategia più raffinata dietro le sue scelte?
Google gode di una reputazione consolidata: basta dare un’occhiata al Google Graveyard, l’ormai celebre lista di servizi chiusi dall’azienda. Google Podcasts è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di prodotti lanciati e poi dismessi o assorbiti in altre piattaforme.
Apple, invece, ha un approccio molto diverso. Non tutte le sue app diventano dei fenomeni di massa, ma molte di quelle considerate “di nicchia” vengono mantenute, migliorate e raffinate nel tempo.
Un esempio emblematico è l’app Apple Sports, lanciata nel 2023, dedicata agli appassionati di sport. Nonostante sia gratuita e senza un modello di business basato su abbonamenti, la società ha continuato a migliorarla, aggiungendo nuove funzionalità e raccogliendo i feedback degli utenti. La richiesta più comune? Un widget. Questo dimostra che l’app non è affatto dimenticata.
Anche Diario, l’app per il diario personale introdotta con iOS 17.2, ha ricevuto aggiornamenti significativi in meno di un anno. Con iOS 18 è arrivata la versione 2.0, che ha aggiunto funzionalità come la ricerca avanzata, la trascrizione audio, la formattazione del testo, widget per la schermata Home e di blocco, il monitoraggio della mindfulness e il supporto per l’esportazione in PDF. Se manca qualcosa, è un’app per iPad, non certo il supporto di Apple.
Un altro esempio è Apple Music Classical, che ha registrato una crescita costante sin dal lancio. Dopo essere arrivata su iPad con la versione 1.1, ha ricevuto aggiornamenti per migliorare l’esperienza d’ascolto, inclusa l’aggiunta di booklet digitali per migliaia di album. Recentemente, Apple ha introdotto il supporto a CarPlay e Siri, dimostrando che l’app non è destinata a scomparire.
Certo, Apple ha chiuso alcune app nel corso degli anni, ma lo ha fatto con una logica ben precisa. Music Memos è un ottimo esempio: pensata per i musicisti, permetteva di registrare idee musicali con strumenti virtuali. Tuttavia, Apple ha notato che molti preferivano usare Memo vocali per registrare le proprie idee.
La soluzione? Music Memos è stata ritirata, mentre Memo vocali è stato potenziata con nuove funzioni, tra cui la possibilità di registrare più tracce sovrapponibili direttamente dall’iPhone. Un’evoluzione naturale, basata sulle abitudini reali degli utenti.
L’app Apple Clips non ha ricevuto grandi aggiornamenti ultimamente, ma ha trovato un suo spazio nel mondo educativo grazie a strumenti pensati per insegnanti e studenti. A questo punto, invece di aggiornarla, Apple potrebbe concentrarsi su un’alternativa più user-friendly a CapCut, che non sia legata a ByteDance e TikTok.
Apple non lancia nuove app a caso. Nel caso di Inviti, il futuro sembra legato a un’integrazione più profonda con Calendario, alla preinstallazione sui nuovi iPhone e, soprattutto, a un possibile collegamento con iCloud+ per incentivare gli abbonamenti.
Se un dirigente come Eddy Cue, già responsabile del successo di Apple Sports, decidesse di supportarla attivamente, Invitu potrebbe non solo sopravvivere, ma anche diventare una parte fondamentale dell’ecosistema Apple.
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