Apple è già al centro di una causa da 1 miliardo di dollari intentata dai developer britannici e ora si trova di fronte a un’azione legale ancora più grande, promossa dagli acquirenti di app nel Regno Unito.
Entrambe le cause antitrust si basano su un’accusa comune: Apple abuserebbe del suo controllo monopolistico sulla vendita di app per iPhone applicando commissioni eccessive.
La causa da un miliardo di dollari intentata dagli sviluppatori è stata avviata nell’estate del 2023. Apple ha cercato due volte di farla respingere, ma entrambe le richieste sono state respinte.
L’argomentazione principale è che, fino a poco tempo fa, l’unico modo per vendere app e contenuti in-app per iPhone era attraverso l’App Store ufficiale. Ciò avrebbe conferito ad Apple un potere monopolistico nella vendita di app per iOS, consentendole di applicare commissioni obbligatorie agli sviluppatori.
Sebbene negli Stati Uniti e nell’Unione Europea alcune regole siano cambiate, nel Regno Unito non sono state ancora applicate modifiche significative. Inizialmente, Apple aveva sostenuto che i tribunali britannici non avessero giurisdizione, in quanto molte app sviluppate nel Regno Unito erano vendute anche altrove. Tuttavia, i giudici hanno respinto tale argomentazione, rilevando che l’impatto si sentiva chiaramente nel Regno Unito. Anche un secondo tentativo di far archiviare il caso è fallito il mese scorso.
Secondo quanto riportato dal The Guardian, Apple si trova ora a fronteggiare una seconda causa legale che l’accusa di aver fatto pagare prezzi gonfiati ai consumatori per via delle commissioni imposte agli sviluppatori.
Il ricorso è stato presentato dalla dottoressa Rachael Kent, docente al King’s College di Londra, a nome di circa 19,6 milioni di utenti di iPhone e iPad nel Regno Unito.
Kent ha dichiarato:
“Apple non ha il diritto di addebitarci il 30% su così tante delle spese che sosteniamo per i nostri telefoni, soprattutto considerando che Apple stessa blocca il nostro accesso a piattaforme e sviluppatori in grado di offrirci condizioni migliori. Ecco perché ho deciso di intraprendere questa azione”.
Apple ha respinto le accuse, affermando che le sue commissioni sono in linea con gli standard del settore e che i piccoli sviluppatori pagano commissioni inferiori.
“Le commissioni applicate dall’App Store sono del tutto in linea con quelle applicate da altri marketplace digitali. Inoltre, l’85% delle app sull’App Store sono gratuite e gli sviluppatori non pagano nulla ad Apple. Per la stragrande maggioranza degli sviluppatori che pagano una commissione perché vendono beni o servizi digitali, il tasso applicato è del 15%.”
Il processo, avviato ieri mattina, dovrebbe durare sette settimane.
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