La Commissione europea spinge Apple a un cambiamento epocale. Con l’applicazione del Digital Markets Act (DMA), la società di Cupertino sarà obbligata a rendere AirDrop e AirPlay interoperabili con dispositivi di terze parti. Questa modifica mira a garantire un accesso equo alle tecnologie proprietarie di Apple, eliminando le barriere che la Commissione ritiene discriminatorie.
Secondo il DMA, iOS e iPadOS sono considerati sistemi “gatekeeper”, ossia piattaforme chiave che non possono limitare l’interazione con altri dispositivi. Apple dovrà quindi garantire che smartwatch, cuffie e visori di produttori terzi possano comunicare con i suoi dispositivi con la stessa fluidità di Apple Watch, AirPods e Vision Pro.
La Commissione ha richiesto che Apple apra AirDrop, la funzione che consente il trasferimento rapido di file tra dispositivi tramite Bluetooth e Wi-Fi. Introdotta nel 2011 su macOS e successivamente su iOS nel 2013, AirDrop è da sempre limitata all’ecosistema Apple.
Con le nuove regole, Apple dovrà pubblicare le specifiche tecniche del protocollo AirDrop, consentendo ai dispositivi di terze parti di inviare e ricevere file. Questi dispositivi dovranno essere visibili nella schermata di condivisione di iOS come destinazioni AirDrop e supportare le modalità “Tutti” e “Solo contatti”, senza limitazioni in termini di velocità o qualità del trasferimento.
Anche AirPlay, il sistema per lo streaming wireless di audio, video e foto, dovrà essere aperto. Introdotto nel 2004 come AirTunes e poi evoluto in AirPlay nel 2010, il servizio consente il mirroring dello schermo e la riproduzione multimediale su Apple TV, altoparlanti e smart TV compatibili.
La Commissione chiede che i dispositivi di terze parti possano fungere sia da trasmettitori che da ricevitori, senza alcuna restrizione sulla qualità audio o video.cInoltre, Apple dovrà garantire che i contenuti protetti da DRM siano accessibili e che tutte le future funzionalità di AirPlay siano disponibili contemporaneamente per dispositivi Apple e di altri produttori.
Apple non ha accolto bene le richieste, sollevando dubbi sui rischi per la privacy e la sicurezza degli utenti. Secondo la società, l’interoperabilità obbligatoria potrebbe esporre dati sensibili a standard di sicurezza inferiori.
Inoltre, Apple ha accusato Meta di voler accedere a tecnologie chiave come iMessage, CarPlay e App Intents, una piattaforma che gestisce la comunicazione tra app e sistema operativo. La società afferma che queste richieste rappresentano un pericolo per la privacy, considerando la storia di violazioni di Meta.
Apple dovrà implementare le modifiche richieste nella prossima versione principale di iOS e completare l’interoperabilità entro la fine del 2025.
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