Apple ha riportato l’attenzione sulla linea iMac con l’introduzione dell’iMac M4, dimostrando il suo impegno costante verso questo amato all-in-one. Lanciato ieri, il nuovo iMac non si limita a un semplice aggiornamento del chip, ma porta con sé una serie di interessanti miglioramenti, con un occhio di riguardo per il design e le prestazioni.
L’iMac M1 aveva già fatto parlare di sé per il ritorno ai colori e il design moderno e sottile, quasi da “gigante iPad”. Con l’arrivo del chip M2 su vari modelli, però, l’iMac M1 era rimasto invariato, generando aspettative su una sua evoluzione. Il passaggio al chip M3 ha portato alcune novità, ma molti avevano notato l’assenza della porta USB-C, un dettaglio ormai standard su dispositivi come l’iPhone.
Ebbene, Apple ha riservato il debutto dell’USB-C sull’iMac per il modello M4, insieme a un rinnovo della gamma di colori. Anche se le nuove opzioni cromatiche non stravolgono l’estetica del dispositivo, trasmettono una sensazione di freschezza, mantenendo il tocco giocoso e moderno che contraddistingue la linea.
Il nuovo iMac M4 non è solo un upgrade di chip. Per la prima volta, infatti, Apple aumenta la memoria RAM di base a 16GB, una notizia molto apprezzata da chi cerca prestazioni più elevate senza ricorrere a configurazioni personalizzate. Questa novità fa ben sperare anche per i prossimi aggiornamenti del MacBook Air M4, attesi nel 2024.
Inoltre, Apple introduce un’opzione per il vetro con nano-texture, pensata per chi preferisce display antiriflesso. Questa tecnologia, originariamente sviluppata per il Pro Display XDR e in seguito portata sugli iMac Intel da 27 pollici, è ideale per chi cerca una visione priva di riflessi e migliorata in ambienti luminosi.
Un altro cambiamento rilevante è il passaggio agli accessori Magic con porta USB-C, adeguandosi agli standard degli ultimi modelli Apple. Magic Mouse e Magic Keyboard arrivano ora in versione USB-C, sostituendo la precedente porta Lightning. Tuttavia, il Magic Mouse mantiene la sua ricarica dal fondo, un elemento che resta più una curiosità ironica che un vero limite.
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