Craig Federighi, capo del software Apple, ha recentemente discusso con il The Wall Street Journal dell’approccio cauto di Apple verso l’intelligenza artificiale e ha confermato che Siri non diventerà mai un’entità senziente.
Federighi ha sottolineato come Apple sia concentrata sul fornire strumenti utili e sicuri, come Apple Intelligence, in arrivo entro la fine di ottobre con iOS 18.1, iPadOS 18.1 e macOS Sequoia 15.1.
Durante l’intervista con Joanna Stern, Federighi ha parlato dell’obiettivo di Apple di migliorare Siri nel tempo, mantenendolo un assistente utile ma non mirato a diventare un “amico senziente”. A differenza di aziende come OpenAI, Microsoft e Google che puntano su AGI (Artificial General Intelligence), Apple è interessata a funzioni pratiche e quotidiane, come riassunti di testo o strumenti come “Clean Up” per eliminare oggetti da immagini, senza cambiare fondamentalmente la natura delle stesse.
Federighi ha evidenziato che il focus di Apple è sulla privacy, sottolineando come l’architettura su dispositivo e Cloud Compute sia più complessa rispetto a raccogliere enormi quantità di dati per l’addestramento dell’IA, come fanno i concorrenti.
Alla domanda sul ritardo nel rilascio delle funzionalità di Apple Intelligence, Federighi ha spiegato che si tratta di una sfida complessa e che Apple vuole “fare le cose per bene” piuttosto che lanciare prodotti incompleti. Questa filosofia riflette le parole di Tim Cook, che ha ribadito come Apple non sarà la prima nell’IA, ma sarà la migliore.
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