Ieri, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’Irlanda deve recuperare da Apple 13 miliardi di euro per benefici fiscali illegali concessi tra il 1991 e il 2014. Questo verdetto è definitivo e conferma la decisione presa dalla Commissione Europea nel 2016. Questi fondi erano stati posti in un conto di garanzia da Apple circa sei anni fa, in attesa della risoluzione del caso.
Nel 2020, il Tribunale dell’Unione Europea aveva annullato la decisione della Commissione, affermando che non era stato dimostrato in modo sufficiente che Apple avesse ricevuto un trattamento fiscale preferenziale in Irlanda. Tuttavia, la Corte di Giustizia ha ora annullato questa sentenza, confermando la validità della decisione della Commissione.
Sebbene il governo irlandese si fosse schierato al fianco di Apple nel tentativo di appellare la decisione, adesso ha dichiarato che “rispetterà” il verdetto della Corte e procederà a recuperare i 13 miliardi di euro da Apple, somma che è considerata come un aiuto di Stato illegale.
Apple ha espresso il proprio disappunto per la decisione, sottolineando che “non c’è mai stato alcun accordo speciale”. L’azienda ha anche evidenziato che, secondo il Tribunale, in precedenza i fatti erano stati esaminati e il caso era stato annullato in modo categorico.
Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza, ha descritto la decisione come “una grande vittoria per i cittadini europei e per la giustizia fiscale”.
Nel 2016, dopo un’indagine durata tre anni, la Commissione Europea aveva stabilito che Apple aveva pagato tra lo 0,005% e l’1% di tasse in Irlanda dal 2003 al 2014, rispetto all’aliquota standard del 12,5% prevista per le imprese. Vestager ha spiegato che, grazie a interpretazioni fiscali favorevoli, la maggior parte dei profitti di due sussidiarie irlandesi di Apple veniva attribuita a “sedi centrali” prive di una reale attività, evitando così la tassazione.
Ad esempio, nel 2011, una delle sussidiarie irlandesi di Apple aveva registrato profitti per circa 16 miliardi di euro, ma solo 50 milioni erano stati tassati in Irlanda. Di conseguenza, l’aliquota fiscale effettiva pagata dall’azienda in quell’anno era dello 0,05%.
All’epoca, il CEO di Apple, Tim Cook, aveva definito le accuse come “totali assurdità politiche”, sostenendo che la percentuale dello 0,005% era un “numero falso”.
Il governo irlandese ha sottolineato che le leggi che erano in vigore durante il periodo oggetto della disputa sono state modificate e non sono più applicabili. In particolare, le norme relative all’attribuzione dei profitti alle filiali di società non residenti sono state cambiate per evitare simili interpretazioni.
Tuttavia, adesso Apple ha comunicato alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti che prevede di registrare una spesa fiscale una tantum fino a 10 miliardi di dollari nel quarto trimestre fiscale, che si concluderà il 28 settembre 2024.
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