Il rapporto tra Apple e Meta è una complessa miscela di collaborazione e rivalità. Nonostante il loro reciproco interesse commerciale, le due aziende si sono spesso scontrate su questioni fondamentali. L’ultimo capitolo di questa saga, secondo quanto riportato dal The Wall Street Journal, riguarda un disegno di legge sulla sicurezza dei minori in Louisiana, dove Meta ha cercato di coinvolgere Apple, ma l’abilità di lobbying di quest’ultima ha permesso di evitare le responsabilità.
Il disegno di legge in questione, promosso dal legislatore della Louisiana Kim Carver, mirava a introdurre nuove regole per le app come Facebook e Instagram, concentrandosi sulla verifica dell’età. Il fulcro della normativa era garantire che le app applicassero rigorosi controlli sull’età degli utenti, una risposta ai crescenti timori sui possibili effetti negativi dei social media sui giovani.
Meta, uno dei principali bersagli del disegno di legge, ha suggerito di estendere la responsabilità della verifica dell’età anche agli app store gestiti da Apple e Google. L’argomento di Meta era che, poiché entrambi gli store raccolgono dati sugli utenti, avrebbero potuto facilitare l’identificazione dei minori sulle loro piattaforme. Questa mossa avrebbe reso Apple e Google responsabili della verifica dell’età, complicando notevolmente la loro posizione.
Apple, non appena venuta a conoscenza di questa proposta, ha immediatamente avviato una forte attività di lobbying. Secondo Carver, il promotore del disegno di legge, un lobbista di Apple ha descritto la proposta di Meta come una “trappola velenosa”, sottolineando le accuse secondo cui Meta non avrebbe fatto abbastanza per proteggere i bambini. La resistenza di Apple è stata così intensa che i legislatori sono stati bombardati di messaggi e articoli critici su Meta, con Apple che dichiarava fermamente la sua opposizione a qualsiasi forma di controllo dell’età da parte degli app store.
Nonostante il disegno di legge sia passato alla Camera dei rappresentanti della Louisiana in modo unanime, la battaglia non era ancora finita. Prima che il disegno potesse essere votato dal Senato, una commissione chiave doveva approvarlo. È qui che Apple ha trionfato, riuscendo a far rimuovere la menzione degli app store come responsabili della verifica dell’età.
Secondo Apple, la questione centrale è la privacy degli utenti. L’azienda sostiene che la responsabilità di verificare l’età degli utenti debba spettare direttamente ai siti web e alle piattaforme di social media, e che le aspettative di privacy degli utenti verrebbero violate se fosse richiesto ad Apple di condividere tali dati con app di terze parti. Inoltre, Apple ha sottolineato di fornire già strumenti che consentono ai genitori di controllare i dispositivi dei propri figli.
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