L’accordo tra Apple e Google, che rende il motore di ricerca di Google il predefinito su Safari, potrebbe essere messo a rischio dalla causa antitrust intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Il contratto con Google ha rappresentato una fonte significativa di entrate per Apple. Nel 2022, questo accordo ha fruttato alla società di Cupertino oltre 20 miliardi di dollari, derivanti dal 36% dei ricavi pubblicitari generati dalle ricerche su Safari, come rivelato nei documenti del tribunale. Per Apple, i pagamenti da parte di Google rappresentano una parte importante dei suoi profitti. Se il tribunale dovesse decidere contro il colosso della ricerca, quest’ultima potrebbe perdere l’accesso a circa il 70% delle ricerche su iPhone, con un impatto significativo sui suoi ricavi pubblicitari mobili, che nel 2023 hanno contribuito notevolmente ai 207 miliardi di dollari di ricavi.
Google ha cercato di ridurre la sua dipendenza dall’accordo, incoraggiando attivamente gli utenti iPhone a passare da Safari alle proprie app. Ha investito molto per migliorare le sue app per dispositivi mobili, aggiungendo funzioni come la ricerca immagini con Lens e il feed Discover che propone contenuti personalizzati. Nel 2022 e nel 2023, Google ha lanciato ampie campagne pubblicitarie in TV e online per mostrare le funzionalità esclusive disponibili solo nelle sue app. Tuttavia, negli ultimi cinque anni, Google è riuscita ad aumentare la percentuale di ricerche su iPhone attraverso le proprie app solo dal 25% a poco più del 30%.
All’inizio di quest’anno, Google ha assunto Robby Stein, ex responsabile di Instagram e Yahoo, per guidare gli sforzi volti ad aumentare l’adozione delle sue app tra gli utenti iPhone. Le strategie di Stein includono l’esplorazione dell’integrazione dell’IA generativa per migliorare l’attrattiva delle app mobili di Google. L’obiettivo dell’azienda è ora raddoppiare il numero di ricerche effettuate al di fuori di Safari, nonostante il numero di ricerche eseguite tramite le app Google e Chrome si sia stabilizzato lo scorso anno.
Il cambiamento è particolarmente importante per la multinazionale americana, nel tentativo di mitigare l’impatto del possibile esito della causa antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Una sentenza contro Google stabilirebbe anche una precedente su come vengano regolamentate le impostazioni predefinite e le pratiche competitive di Apple.
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