Dopo Tim Cook, anche Craig Federighi ha partecipato ad un’intervista a cura di Fast Company durante la quale ha risposto a diverse curiosità in merito ad Apple Intelligence.
Craig Federighi sulla collaborazione di Apple con OpenAI
Con Apple Intelligence, gli utenti possono chiedere al sistema di riformulare un testo, riassumere messaggi o email, generare immagini e persino emoji. Anche Siri è stata aggiornata con l’AI, permettendo di comprendere il contesto di ciò che appare sullo schermo e di controllare più aspetti del dispositivo.
Apple utilizza sia l’elaborazione sul dispositivo che quella nel cloud per le funzionalità di Apple Intelligence. L’azienda ha anche collaborato per integrare ChatGPT in Siri.
Sebbene Apple abbia investito molto nella creazione dei propri modelli linguistici, Federighi riconosce che ci sono altri buoni modelli disponibili.
“Questi grandi modelli di frontiera hanno capacità interessanti che alcuni utenti apprezzano, e abbiamo visto che l’integrazione nelle nostre esperienze potrebbe renderle molto più accessibili di quanto non lo siano oggi”, ha detto Federighi. Secondo lui, GPT-4 è uno dei migliori modelli linguistici attualmente disponibili, motivo per cui Apple ha voluto integrarlo in Siri.
Per rendere tutto trasparente agli utenti, Siri chiederà il permesso di inviare richieste a ChatGPT ogni volta che Apple Intelligence non sarà in grado di rispondere a una domanda. Federighi ha anche affermato che Apple prevede di supportare più modelli linguistici di terze parti in futuro, così che gli utenti possano scegliere quello che funziona meglio per loro.
Apple Intelligence in Cina
La Cina è uno dei mercati più importanti per Apple, ma anche uno dei più regolamentati. Queste normative rendono molto più difficile per le aziende non cinesi offrire i loro modelli di intelligenza artificiale lì – ma come influisce questo su Apple? Senza fornire troppi dettagli, Federighi ha confermato che l’azienda sta cercando di “trovare un modo” per portare Apple Intelligence in Cina.
“Non abbiamo tempistiche da annunciare in questo momento, ma è sicuramente qualcosa che vogliamo fare.” Apple Intelligence sarà inizialmente disponibile in inglese per gli Stati Uniti, ma non è chiaro se gli utenti di altre regioni potranno utilizzarla.
Altri dettagli dall’intervista a Craig Federighi
Parte delle richieste inviate ad Apple Intelligence sono elaborate dai server AI di Apple chiamati Private Cloud Compute. L’azienda ha trovato un modo per memorizzare le richieste di dati e distruggerle crittograficamente dopo che sono state elaborate – e niente viene visto da Apple nè memorizzato.
Le cose invece cambiano quando utilizziamo Siri con ChatGPT dove le richieste arriveranno in maniera anonima e privata ad OpenAI ma nulla vieterà all’azienda di addestrare l’AI con quelle informazioni che trasmettiamo. Sebbene non siano in alcun modo riconducibili a noi “daremo comunque una mano” ad alimentare il chatbot.
Sebbene Federighi speri che i futuri chip saranno in grado di eseguire modelli linguistici più grandi, nota che avere un modello online è ancora importante per fornire informazioni aggiornate.
“Non posso escluderlo”, dice, “…ma anche in quel mondo in cui disponiamo di chip potentissimi, penso che arriverebbe comunque il momento in cui il tuo dispositivo, per soddisfare la tua richiesta, debba collegarsi a fonti di conoscenza esterne. Quindi anche in quel futuro, penso che un sistema di Private Cloud Compute rappresenterà un sostegno fondamentale.”
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