Da quando il primo iMac ha fatto la sua comparsa negli anni ’90, il prefisso “i” è diventato quasi sinonimo di Apple. Tuttavia, già dal lancio dell’iPad originale nel 2010, l’azienda ha iniziato a prendere le distanze da questa dicitura.
Certo, iPhone e iPad resistono, ma non abbiamo mai visto un iWatch o un iTV, e men che meno un iVision Pro. Nel corso degli anni, dopo il successo dell’iMac del 1998, Apple ha battezzato con la ‘i’ iniziale ben 30 prodotti tra hardware, software e servizi.
Si tratta solo di una lettera, eppure è talmente associata ad Apple che ancora oggi c’è chi chiama l’Apple Watch “iWatch”. Questo nonostante gli ultimi prodotti completamente nuovi con il prefisso “i” risalgano al 2011, con iCloud e iAd. Per quanto riguarda l’hardware, l’iPad del 2010 è stato l’ultimo dispositivo inedito a portarla.
Il declino dell’era “i”
Forse è una coincidenza, ma l’iPad è stato anche l’ultimo hardware inedito lanciato da Steve Jobs. Che Jobs fosse un sostenitore del prefisso “i” è indubbio, come racconta chi l’ha ideato:
“Sto sfruttando questa cosa il più a lungo possibile”, ha dichiarato a Wired Ken Segall, dirigente del marketing di Apple in quegli anni. “Il fatto che io abbia inventato la ‘i’ nell’iMac originale rende le persone interessate a ciò che dico”.
E ciò che dice è che “la ‘i’ deve sparire, ormai è priva di significato”. Segall sostiene che Steve Jobs abbia costruito Apple attorno a questa lettera e al nome iMac, ma ora ci sono troppe aziende che la usano.
Sicuramente ha perso il suo significato iniziale legato a “internet”, da quando l’iMac ha contribuito a rendere la connessione alla rete una componente quotidiana della società.
Segall ha ragione anche quando afferma che non è possibile registrare come marchio, o proteggere in altro modo, il prefisso “i”. E potrebbe essere proprio questo il motivo per cui Apple ha iniziato ad abbandonarlo.
I primi passi di Apple lontano dalla “i”
Nel 2006, Apple ha svelato in anteprima quello che sarebbe diventato il suo set-top box televisivo., inizialmente chiamato “iTV”.
La rete televisiva britannica Independent Television (ITV) ha contestato il nome, e il dispositivo è stato infine rilasciato come Apple TV. A quei tempi, ITV operava in Gran Bretagna da oltre cinquant’anni, e avrebbe potuto facilmente dimostrare un uso precedente in un eventuale causa legale.
Apple, di solito, non si preoccupa molto se qualcun altro stia già utilizzando un nome che desidera. Per l’iPad, ad esempio, la società ha semplicemente acquistato il nome da Fujitsu e ha continuato ad utilizzarlo.
Oppure, più recentemente, non è ancora chiaro se sia stato risolto il caso di Apple Vision Pro. Prima del lancio in Cina, Apple dovrà trovare un modo per risolvere una disputa sul marchio del nome.
Il futuro del prefisso “i”
“Potrebbero esserci esperti di marketing che sostengono che Apple sarebbe pazza a lasciare cadere il prefisso: è ancora davanti ad alcuni dei più grandi marchi di sempre”, dice Segall, “ma non può essere protetto, e da troppo tempo ci sono aziende con prodotti ‘i’ connessi a internet, e questo è un problema per Apple, nota per l’innovazione”.
Riconosce anche che Apple potrebbe ora essere più cauta nel cambiare i nomi, come quando ha eliminato “PowerBook” nel 2006 per sostituirlo con MacBook. Essendo un’azienda molto più grande oggi, e quindi con il potenziale di maggiori perdite di posti di lavoro in caso di errori, Apple potrebbe preferire giocare in sicurezza.
Tuttavia, c’è anche il fatto che l’iPhone è il prodotto di maggior successo nella storia. Apple potrebbe cambiargli nome, ma avrebbe bisogno di una ragione valida, e il semplice fatto di non essere più così innamorata della lettera “i” come in passato, non basterebbe.
La fine di un’era
Ci sono ancora prodotti come iPhone, iPad, iMac, iCloud e iMessage, ma Apple ha eliminato iPod e iSight. Anche iBook è stato abbandonato due volte. Prima come nome del laptop consumer di Apple, e poi come app per comprare e leggere libri su iPad, ora rinominata Apple Books.
Altri servizi come iTools, iDisk, iWeb, iChat, iSync e iCal sono scomparsi, così come funzionalità meno conosciute come iMix di iTunes. Attualmente, abbiamo ancora iOS e iPadOS, oltre a iMovie, ma iPhoto è diventato Foto e iDVD suona ormai preistorico.
Quando Ken Segall ha pensato al nome iMac, ha creato molto più di quanto potesse immaginare. Ma ora che desidera che Apple elimini il prefisso “i”, forse sta trascurando il fatto che la società ci sta lavorando da oltre un decennio.
Nonostante il cambiamento nei nomi, Segall sostiene che lo spirito innovativo di Steve Jobs vive ancora in Apple.
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