Oltre al sideloading, ovvero la possibilità di installare applicazioni da App Store alternativi, un altro tema caldo è sicuramente quello dell’interoperabilità delle applicazioni.
Cosa significa?
Su iOS ogni applicazione lavora all’interno di una sua sandbox, ovvero uno spazio circoscritto, delimitato e protetto che non può interferire con altri software e nemmeno con l’hardware dello smartphone. Grazie a questo sistema, Apple tiene tutto al sicuro: non è possibile che un’app rubi dati, contatti rubrica, indirizzi email o altro. Soltanto tramite l’utilizzo di specifiche API si può accedere ad ulteriori funzioni software (come la condivisione dei dati da altre applicazioni, cosa per la quale però viene richiesta prima un’autorizzazione) oppure funzioni hardware come l’utilizzo della fotocamera e così via.
Su iOS le possibilità di interagire con il software e l’hardware integrati in iPhone ed in iOS è sempre stata limitata ma adesso, sempre grazie al DMA, Apple ha dichiarato che consentirà agli sviluppatori di richiedere “ulteriore interoperabilità con funzionalità hardware e software integrate”.
L’idea è quella di rendere più semplice per gli sviluppatori parlare con Apple di un’idea che al momento non risulterebbe realizzabile su iOS a causa delle restrizioni di sistema o della mancanza di specifiche API per farlo.
Apple afferma che valuterà ogni richiesta ed informerà lo sviluppatore se è stata accettata o meno. Se l’idea viene approvata, lo sviluppatore riceverà aggiornamenti ogni 90 giorni sui progressi di tale implementazione in iOS. Naturalmente l’azienda specifica che non approverà mai alcuna richiesta di interoperabilità che potrebbe compromettere l’integrità e la sicurezza del suo sistema operativo.
Lo sviluppatore che invia una richiesta deve essere molto chiaro e specifico sui motivi per i quali la sua app debba ottenere ulteriore interoperabilità con il software e l’hardware di Apple. Anche se l’approvazione non è garantita, si tratta di un grande passo avanti nell’aprire le comunicazioni tra Apple e gli sviluppatori di App. Ovviamente questa novità riguarderà soltanto l’Unione Europea.
Per fare un esempio pratico, qualche anno fa quando è arrivato il COVID, un’applicazione come “Immuni” non avrebbe mai potuto funzionare perchè gli sviluppatori non hanno accesso a funzionalità hardware come quella del Bluetooth e quindi l’intero meccanismo alla base del funzionamento di Immuni non poteva essere realizzato. In quel caso, data l’importanza dell’epidemia che ha colpito raggiunto livelli mondiali, è stata prima Apple a rilasciare un aggiornamento software e poi, solo grazie a quello, l’applicazione Immuni (così come quelle di tutti gli altri Paesi) hanno potuto funzionare.
Senza entrare nel merito di quanto sia risultata utile o inutile quell’applicazione, quello che bisogna capire è il concetto che c’è alla base: Se domani qualche sviluppatore volesse creare un’app che, con i mezzi attuali, o meglio, con le restrizioni attuali, non potrebbe funzionare, Apple ha promesso di accogliere la richiesta e valutarla. Qualora l’azienda approvasse l’idea, impiegherebbe i suoi ingegneri per creare un’API apposita o qualcosa di simile affinchè gli sviluppatori possano utilizzare quella determinata funzione dell’iPhone che al momento invece è bloccata o proibita. Sullo stesso concetto si basa anche la notizia dell’apertura del chip NFC su iPhone. Fin ora è stato vietato creare app che potessero utilizzarlo, ma con iOS 17.4 sarà possibile di default. Allo stesso modo, altre funzioni ed “aperture” potranno essere richieste dai singoli sviluppatori.
L’interoperabilità anche nelle app di messaggistica
Si sente parlare di interoperabilità anche per quanto riguarda le applicazioni di messaggistica. Sotto questo punto di vista Apple non avrà alcun obbligo per quanto riguarda iMessage perchè in Europa quest’applicazione non è molto utilizzata, però WhatsApp si.
Come abbiamo visto in un articolo dedicato, WhatsApp si sta preparando ad implementare l’interoperabilità dei messaggi nella sua applicazione.
In questo caso l’interoperabilità darà la possibilità agli sviluppatori di creare applicazioni di messaggistica simili a WhatsApp dopodichè:
- chi avrà quell’app specifica installata sul proprio iPhone (ipotizziamo con il nome “Chatting“), riceverà i messaggio in quell’app,
- chi invece non avrà “Chatting” installata, riceverà il messaggio inviato da quell’app direttamente su WhatsApp (che finiranno in una sezione apposita chiamata Chat da terze parti).
In questo modo i messaggi verranno recapitati sempre e comunque e non si toglierà la possibilità ad un nuovo sviluppatore di realizzare un’app simile soltanto perchè ne esiste già un’altra utilizzata da miliardi di persone. Questo è il diritto di concorrenza sul quale si basa il DMA.
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