Chiunque abbia seguito l’evento Scary Fast avrà sicuramente notato quanto entusiasmo e quanta attenzione Apple abbia dato alla nuova colorazione dei MacBook Pro M3 che per la prima volta vengono offerti con una finitura “nero spaziale” che sostituisce la precedente “grigio siderale”.
Nello smontare il nuovo computer, i ragazzi di iFix hanno pubblicato anche un’analisi dettagliata su questo nuovo colore.
Sebbene il nero spaziale non sia davvero nero, il colore appare molto più scuro rispetto al grigio siderale ed il cambiamento è il frutto di una lunga ricerca da parte di Apple che ha messo a punto un sistema del tutto nuovo che poi ha anche brevettato.
Fondamentalmente anche per il nuovo colore si è partiti da un grigio siderale che però è stato trattato in maniera diversa per riflettere la luce in un modo del tutto nuovo.
Come prima operazione Apple ha effettuato un processo di anodizzazione per trasformare un foglio di alluminio liscio e lucido in una superficie più granulosa.
L’anodizzazione (detta anche ossidazione anodica) è un processo elettrochimico mediante il quale si forma uno strato protettivo di ossido sulla superficie del metallo. Per anodizzare l’alluminio, i fogli vengono collegati al polo positivo di una cella elettrolitica (anodo). Il processo avviene per immersione in una soluzione chiamata elettrolita, e la corrente catodica viene applicata a un materiale conduttore, chiamato catodo, immerso in tale soluzione.
Durante l’anodizzazione, Apple ha aggiunto del colorante nero ma il risultato ancora non risultava soddisfacente perchè il foglio rifletteva ancora troppa luce da causare un considerevole riverbero, sufficiente a farlo sembrare più grigio che nero.
Si è quindi pensato ad un secondo trattamento: Apple ha capito che poteva incidere la superficie anodizzata già ruvida per renderla ancora più irregolare. In questo modo si è notato che i raggi di luce in arrivo venissero diffusi in più direzioni, ottenendo così una finitura più nera e più opaca.
Per comprendere tutto ancora meglio, vi invitiamo a guardare queste due immagini: A sinistra c’è l’alluminio che risulta grigio siderale mentre a destra c’è l’alluminio nero spaziale.
Come possiamo vedere al microscopio, troviamo punti più luminosi nella finitura grigio siderale a causa dell’assenza delle incisioni. Il nero spaziale, grazie a questo trattamento, appare come un colore più attenuato al nostro occhio perchè la luce si diffonde in altre direzioni.
Per questo stesso motivo, i nuovi MacBook Pro M3 resistono molto meglio alle impronte digitali. Ricordate gli iPhone 7 Jet Black? Una superficie così liscia, come può essere anche quella di uno schermo in vetro, deve necessariamente mostrare i segni, ma quando una superficie è più porosa al microscopio, il risultato macroscopico è che le impronte si disperdono nei milioni di micro-crateri e di sporgenze.
Insomma Apple ha voluto dare molta attenzione a quello che apparentemente poteva sembrare una banale nuova colorazione ma, effettivamente, per riuscire ad ottenerla è stato svolto un lavoro abbastanza importante che comporta anche una maggiore lavorazione.
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