Nel 2019 due fratelli cinesi, residenti a San Diego, sono stati accusati da Apple di importare negli Stati Uniti degli iPhone non funzionanti che si facevano sostituire attraverso le procedure dell’Apple Store con dispositivi nuovi o rigenerati che poi venivano venduti per trarne profitto.
Sostanzialmente la truffa avveniva in due modi: i fratelli riuscivano ad utilizzare numeri di serie di prodotti correttamente in garanzia per poi richiedere la sostituzione di componenti non funzionanti presenti in altri prodotti. Ottenuti i nuovi iPhone o i prodotti rigenerati (e perfettamente funzionanti) li rivendevano incrementando notevolmente il guadagno. Il secondo sistema, ancora più grave, prevedeva l’importazione di iPhone falsi dalla Cina: perfetti cloni nell’estetica ma con componenti sicuramente non appartenenti ad Apple al loro interno. Inviandoli in sostituzione si ricevevano prodotti nuovi o rigenerati, chiaramente originali.
In 8 anni di operato, i due fratelli noti come Jymmy e Allen Liao, avrebbero fatto perdere ad Apple circa 6,1 milioni di dollari. Furono poi scoperti mentre tentavano di farsi recapitare dalla Cina circa 10.000 prodotti contraffatti.
A distanza di 4 anni, un tribunale federale ha emesso la sentenza secondo la quale i due fratelli dovranno scontare quasi 3 anni di prigione (41 mesi per la precisione). La pena è stata notevolmente ridotta perchè hanno patteggiato con la confisca di 5 appartamenti a San Diego, 250.000 dollari in contanti e 200 iPhone in attesa di essere venduti.
Secondo il pubblico ministero, uno dei fratelli avrebbe visitato la bellezza di 105 negozi Apple in 22 Stati tentando di scambiare circa 720 iPhone ed iPad contraffatti o non funzionanti con altrettanti modelli nuovi o rigenerati. L’altro fratello invece, avrebbe visitato circa 200 negozi Apple in 18 Stati, scambiando circa 718 prodotti.
Condannate anche le mogli a 3 anni di libertà vigilata per favoreggiamento ed altri 8 complici che facevano parte della mega truffa.
Questo episodio non è l’unico. Nel 2019 infatti, anche uno studente universitario dell’Oregon venne condannato per crimini del tutto analoghi sebbene in quantità inferiori.
Anche in Italia sono avvenute svariate truffe con gli iPhone come protagonisti. Una delle ultime a Luglio di quest’anno a Viggiù, in provincia di Varese, è stato acquistato un iPhone 14 Pro Max e delle cuffie AirPods per una cifra di 800€ per poi scoprire che il sistema operativo installato sul dispositivo era Android e non iOS.
Insomma chi importa iPhone falsi esiste ancora, e ce ne sono in tutto il mondo, ma Apple non può più essere truffata nel modo in cui facevano i due fratelli cinesi perchè l’azienda, dal 2020, incide i numeri di serie anche sui componenti interni.
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