Threads è online da pochissimo tempo e ieri Zuckerberg era già entusiasta di annunciare il superamento dei 30 milioni di iscritti. In questo momento sono oltre 70 milioni gli utenti che si sono registrati al nuovo social network che va ad “emulare”, in tutto e per tutto, il più famoso Twitter.
“Sembra l’inizio di qualcosa di speciale, ma abbiamo tanto lavoro davanti per sviluppare l’app”, ha dichiarato Zuckerberg.
“Penso che dovrebbe esserci un’app di conversazioni pubbliche con più di un miliardo di persone. Twitter ha avuto l’opportunità di farlo ma non ce l’ha fatta. Speriamo di farcela noi.”
“Il nostro approccio sarà lo stesso di quello di tutti gli altri nostri prodotti: fare in modo innanzitutto che il prodotto funzioni bene, poi vedere se riusciamo a portarlo ad 1 miliardo di persone, e solo allora pensare alla monetizzazione.”
Nel frattempo, Elon Musk, attuale proprietario di Twitter, non è rimasto a guardare, anzi, possiamo dire che è ufficialmente iniziato il grande scontro tra i due CEO di cui si parlava già da qualche settimana.
Alex Spiro, avvocato personale di Musk e socio dello studio legale Quinn Emanuel, ha inviato una lettera di avviso a Meta, che può essere considerata una “minaccia di azione legale“. Nella lettera si accusa Meta di aver assunto ex dipendenti di Twitter, violando così accordi di non concorrenza ed utilizzando segreti commerciali e proprietà intellettuale di Twitter per lo sviluppo di Threads.
In risposta a queste accuse, il direttore delle comunicazioni di Meta, Andy Stone, ha dichiarato su Threads che nessuno dei membri del team di sviluppo di Threads è un ex dipendente di Twitter. Tuttavia, le tensioni tra le due società sembrano essere molto forti, e Musk stesso ha twittato a riguardo, affermando che la concorrenza è lecita, ma il barare non lo è.
È importante sottolineare che questa è solo l’inizio di una potenziale lunga battaglia legale tra Meta e Twitter. Quest’ultima si riserva il diritto di adottare tutte le misure necessarie per proteggere la propria proprietà intellettuale da Meta, incluso l’uso di azioni legali per impedire l’ulteriore utilizzo non autorizzato delle informazioni e dei segreti commerciali.
Resta da vedere come si svilupperanno gli eventi e quale sarà l’esito di questa disputa legale. Ciò che è certo è che entrambe le piattaforme sono determinate a difendere i propri interessi e a cercare di attirare quante più persone possibili.
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