L’Unione Europea ha multato Meta per ben 1,2 miliardi di euro. La sanzione è dovuta ad una violazione delle norme sulla privacy ed è la più alta che sia mai stata fatta per questo tipo di reato, superiore anche ai 746 milioni di euro imposti ad Amazon nel 2021 per una violazione simile.
Sostanzialmente, grazie ad un’indagine durata ben 10 anni, si è scoperto che Meta, per tutto questo tempo, ha trasferito i dati personali degli utenti europei nei data center statunitensi dove potevano finire negli strumenti d’analisi dell’intelligence americana.
Questa è una chiara violazione del GDPR ma dobbiamo precisare che riguarda soltanto i dati ottenibili tramite Facebook e non tramite Instagram e WhatsApp.
L’UE ha stabilito l’ordine di immediata interruzione del trasferimento dei dati personali degli utenti europei e la cancellazione, entro 6 mesi, di tutti quelli già inviati.
Per Meta il trasferimento dei dati negli Stati Uniti è sempre stato ritenuto fondamentale per garantire il corretto funzionamento dell’enorme motore di targeting pubblicitario che si basa proprio sull’elaborazione di più flussi di dati personali ricevuti dagli utenti. Lo scorso anno Meta aveva anche affermato che, qualora le fosse stato impedito il trasferimento, sarebbe stata costretta a prendere in considerazione la chiusura definitiva di Facebook ed Instagram in tutta Europa.
Questo però all’UE è suonato soltanto come “una minaccia” in quanto:
Meta non può ricattare l’EU affinchè rinunci ai suoi standard di protezione dei dati. Lasciare l’UE sarebbe una perdita più per loro che per noi.
Come dicevamo all’inizio, il risultato di questa indagine che ha visto Meta multata di 1,2 miliardi di euro è il frutto di un lungo lavoro durato 10 anni e partita grazie alle accuse fatte dall’avvocato austriaco Max Schrems che oggi manifesta la sua soddisfazione attraverso un comunicato stampa in cui si legge:
La multa sarebbe potuta essere anche più alta, dato che il tetto massimo era di oltre 4 miliardi e Meta ha consapevolmente infranto la legge per fare profitto in questi 10 anni.
La multa infatti è una cifra record, tuttavia in ben 10 anni di profilazione illegale Meta ha guadagnato una cifra sensibilmente più alta da rendere gli 1,2 miliardi soltanto “delle briciole”.
Meta nel frattempo ha dichiarato che farà ricorso per questa multa perchè ritenuta “ingiustificata e non necessaria”:
Stiamo facendo appello contro queste decisioni e chiederemo immediatamente una sospensione presso i tribunali che possono congelare i termini di attuazione, visto il danno che questi ordini causerebbero anche a milioni di persone che usano Facebook ogni giorno.
Secondo Schrems tuttavia, Meta non ha alcuna possibilità di vincere il ricorso e dovrà pagare nonchè sottostare a quanto imposto dall’UE in merito alla cancellazione dei dati.
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