L’Italia ha messo la parola fine su Chat GPT.
Il Garante per la Privacy ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società che ha sviluppato e che gestisce il chatbot.
L’azienda ha tempo di recepire il provvedimento e poi a breve, forse già da domani, dovrà rendere inaccessibile la piattaforma agli utenti italiani, ovvero a chi si è registrato con una mail italiana, altrimenti ci sarà una sanzione milionaria (circa 20 milioni di euro o il 4% del fatturato globale annuo).
L’Autorità ha contestualmente aperto un’istruttoria. ChatGPT, il modello linguistico più famoso basato sull’intelligenza artificiale, lo scorso 20 Marzo è stato “bucato” ed ha subito una perdita di dati (data breach) in cui sono risultate visibili le conversazioni degli utenti ma anche le informazioni di pagamento degli abbonati al servizio. E’ stato proprio questo a far scattare il provvedimento.
Il Garante della Privacy inoltre, sostiene di aver rilevato una mancanza di informativa agli utenti i cui dati vengono raccolti da OpenAI ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali allo scopo di addestrare gli stessi algoritmi che regolano il funzionamento della piattaforma. In ultimo, OpenAI dichiara che il servizio è rivolto ai maggiori di 13 anni ma poi non esiste alcun filtro per verificare effettivamente l’età di chi lo utilizza e quindi non c’è nulla in grado di limitarne l’uso. Le risposte del chatbot possono risultare essere errate o comunque non idonee rispetto al grado di sviluppo ed autoconsapevolezza di un minore.
Insomma la conclusione è che presto, anzi prestissimo, ChatGPT non risulterà più accessibile dall’Italia.
Questo non è tutto. Il futuro di Chat GPT è tutt’altro che roseo anche nel resto del mondo. Più di 1000 firmatari hanno infatti scritto una lettera pubblica e sottoscrivibile da chiunque, con la quale si vuole mettere in pausa lo sviluppo delle AI avanzate. Lo scopo è quello di avere un sistema che pianifichi la loro crescita senza mettere a rischio l’umanità.
Proprio così: c’è il rischio di una crisi globale senza precedenti con l’utilizzo di queste intelligenza artificiali. La maggior parte dei posti di lavoro può essere rimpiazzato, quasi tutti i settori al mondo e non solo quelli tecnologici rischiano di collassare.
Tra i firmatari ci sono anche Elon Musk e Steve Wozniak, tra gli uomini più tecnologici al mondo ma che di fronte a queste AI impallidiscono immaginando un futuro davvero catastrofico. Ifirmatari hanno ricordato che l’umanità in passato ha già messo in pausa altre tecnologie con effetti potenzialmente catastrofici, come la clonazione umana, la modifica della linea germinale umana per ottenere il potenziamento di una determinata funzione e l’eugenetica, ovverosia la disciplina che si prefigge di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza.
Sicuramente prima o poi i chatbot, e non solo, verranno regolamentati in qualche modo e fortemente limitati anche nel resto del mondo ma per l’Italia questo freno inizierà entro pochissimi giorni.
Aggiornamento – Ore 23:40 del 31 Aprile: Il provvedimento è stato già attuato. ChatGPT non funziona più in Italia. Provando a raggiungere la pagina ufficiale si ottiene questa schermata:
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