I pubblici ministeri del National Labor Relations Board degli Stati Uniti hanno stabilito che Apple ha violato i diritti dei lavoratori sulla base dei commenti fatti dai dirigenti dell’azienda, nonché delle politiche imposte ai dipendenti.
Secondo l’NLRB, le “varie regole di lavoro” di Apple tendono a interferire e/o costringere i suoi dipendenti a esercitare i loro diritti sul lavoro.
Come riportato da Bloomberg, l’agenzia “ha trovato merito ad un’accusa secondo cui le dichiarazioni e il comportamento di Apple – compresi i dirigenti di alto livello – hanno violato anche il National Labour Relations Act”.
Il rapporto afferma che, a meno che Apple non si accordi, “il direttore regionale del consiglio presenterà un reclamo contro la società con sede a Cupertino, in California”.
La decisione dell’NLRB fa riferimento a un’e-mail di un dipendente inviata dal CEO di Apple Tim Cook nel novembre 2021. Cook ha affermato che “le persone che trapelano informazioni riservate non appartengono a questo posto” e che la società “stava facendo tutto il possibile per identificare coloro che hanno fatto trapelare le informazioni”.
Bloomberg afferma che l’e-mail di Cook è stata inviata dopo “i resoconti dei media su una riunione interna a livello aziendale la settimana precedente in cui la direzione ha posto domande su argomenti come l’equità salariale e la legge anti-aborto del Texas”. La società ha inizialmente rifiutato di commentare le accuse dell’NLRB. Un avvocato di Apple in seguito ha affermato che la società “favorisce un ambiente di lavoro aperto e inclusivo”.
Ora le denunce emesse dai pubblici ministeri dell’NLRB saranno esaminate dai giudici di diritto amministrativo. Sebbene l’agenzia non possa punire Apple o i suoi dirigenti, può ordinare all’azienda di modificare le sue politiche del lavoro.
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