TSMC ha comunicato l’inizio ufficiale della produzione in massa dei chip a 3 nanometri.
La notizia di per sè è molto positiva perchè l’utilizzo di questi processori si traduce in un miglioramento del 10-15% sulle prestazioni a parità di consumo oppure si quantifica in un miglioramento del 25-30% in termini di consumi a parità di velocità rispetto alla generazione precedente.
I problemi però nascono su un altro fronte, ovvero i conflitti tra Cina e Taiwan. Sostanzialmente gli Stati Uniti hanno inserito moltissime fabbriche cinesi in una blacklist, che vieta alle aziende americane di fare affari con quest’ultime. La TSMC invece, con la sua sede a Taiwan, è il principale fornitore di chip di Apple e di altre aziende americane. Si tratta quindi di uno sbocco importantissimo verso gli Stati Uniti che inviano ingenti quantità di denaro in cambio di processori.
La Repubblica Popolare Cinese (RPC) opera secondo la “One China Policy” (una sola Cina) e vuole vedere riconosciuto Taiwan come parte del suo territorio, accaparrandosi di conseguenza anche tutte le fabbriche (che non sono in blacklist) per accrescere la propria potenza e le proprie ambizioni.
E’ già da diversi anni che si parla della possibilità di una guerra tra i due territori, guerra che per il momento sembrerebbe essere frenata soltanto a causa del COVID e della politica Zero-Covid che rende di fatto impossibile uno scontro.
TSMC conosce bene questa situazione ed anche gli Stati Uniti, tant’è vero che la fabbrica ha annunciato l’apertura di un’enorme fonderia in Arizona entro il 2024. La fabbrica sarà destinata anch’essa alla produzione dei chip a 3 nm ed è il frutto di un investimento da 40 miliardi di dollari, uno dei più grandi investimenti stranieri nella storia degli Stati Uniti.
Per non creare tensioni, oggi durante l’annuncio dell’inizio della produzione dei chip a Taiwan, la TSMC ha voluto rassicurare il governo dell’isola, preoccupato per un progressivo disimpegno dell’azienda dalla realtà taiwanese.
TSMC ha voluto rimarcare come l’isola di Taiwan, nonostante le tensioni geopolitiche, resti centrale nei piani futuri dell’azienda:
TSMC continuerà a mantenere la sua leadership tecnologica investendo in modo significativo a Taiwan. Continueremo a prosperare ed investire sull’isola, con un occhio alla sostenibilità” ha dichiarato nel suo intervento l’amministratore delegato dell’azienda, Mark Liu. TSMC intraprenderà azioni concrete per sviluppare tecnologia avanzata ed espandere la capacità a Taiwan.
Insomma la fabbrica in Arizona servirà ad assicurare un certo quantitativo di chip ad Apple che risulterà un pochino meno dipendente dalla Cina ma TSMC ha promesso che non lascerà Taiwan e che continuerà ad investire nonostante le tensioni con la Cina. Il decentramento produttivo di TSMC inoltre, potrebbe rendere Taiwan un luogo “meno appetibile” per la Cina, scongiurando quindi anche la possibilità di un terribile conflitto.
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