Apple è stata citata in giudizio da due donne le quali affermano che gli AirTag rendono facile per gli stalker localizzare e terrorizzare le vittime.
I dispositivi, delle dimensioni di una moneta, sono pensati per essere inseriti o attaccati ad oggetti personali, come zaini o chiavi, per aiutare i proprietari a localizzarli. Ma i sostenitori della privacy hanno avvertito che gli AirTag possono essere utilizzati anche per tracciare le persone senza consenso.
La causa, intentata lunedì, afferma che le misure di sicurezza in atto, che includono un avviso se si scopre che un AirTag sconosciuto li sta seguendo, sono “inadeguate e fanno poco o niente per avvertire prontamente le persone se vengono localizzate”.
La seconda donna afferma che suo marito ha messo un AirTag nello zaino di suo figlio per localizzarla. Le due donne chiedono i danni e accusano Apple di aver rilasciato un prodotto non sicuro.
L’ex fidanzato di una delle donne che ha intentato la causa ha piazzato un AirTag nel passaruota della sua auto ed è stato in grado di scoprire dove si era trasferita per evitare le sue molestie, secondo la class action presentata lunedì presso il Tribunale Federale di San Francisco. L’altra donna ha detto che il suo ex marito ha seguito i suoi movimenti inserendo un AirTag nello zaino di suo figlio.
Dopo aver sollevato diverse polemiche in merito allo stalking, Apple ha modificato il comportamento degli AirTag. Per scongiurare lo stalking, gli AirTag utilizzano alcune misure di sicurezza che però sono state criticate da diverse organizzazioni.
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