Presentato durante il keynote della WWDC22 (decisamente oscurato dal MacBook Air M2, ma questo è un altro discorso), il “nuovo” MacBook Pro 13″ con processore M2 è ufficialmente disponibile all’acquisto. Però…
La configurazione di base del notebook, ovvero quella che in Italia costa 1.629 euro e che offre 8GB di RAM e 256GB di archiviazione SSD, è subito finita al centro di accese discussioni. Stando infatti ai già numerosi approfondimenti (come quello di Max Tech), la velocità di lettura/scrittura dell’SSD sarebbe inferiore a quella del modello equivalente della precedente generazione, quindi con SSD da 256GB ma con chip M1.
Per capire meglio la situazione, diamo un’occhiata ai numeri (per il test è stata utilizzata l’app Disk Speed Test):
- MacBook Pro 13″ (M1/256GB) – Lettura: 2,900
- MacBook Pro 13″ (M2/256GB) – Lettura: 1,446
- MacBook Pro 13″ (M1/256GB) – Scrittura: 2,215
- MacBook Pro 13″ (M2/256GB) – Scrittura: 1,463
Il perché di questa differenza
Vadim Yurvey di Max Tech si è divertito a “fare a pezzi” l’ultimo MacBook Pro e ha scoperto che il modello con SSD da 256GB è equipaggiato con un singolo chip storage flash NAND, al contrario del precedente modello che ne ha due da 128GB. Ed è risaputo che più chip NAND garantiscono maggiore velocità sia in lettura che in scrittura.
Altri test hanno confermato che questo passo indietro riguarda esclusivamente il modello base del notebook. La configurazione con SSD da 512GB è dunque estranea a questo discorso, ma costa ben 1.859 euro.
Il perché di questa insolita scelta da parte di Apple resta un mistero. Strategia per ridurre i costi di produzione? Oppure ci sono stati problemi con la catena di approvvigionamento? Magari nei prossimi giorni l’azienda di Cupertino farà luce sull’argomento.
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