Dall’ultimo studio condotto dai ricercatori della Università di Washington emerge un quadro abbastanza sinistro su alcuni dispositivi smart realizzati da Amazon. Il gigante di Seattle violerebbe infatti la sua stessa politica sulla privacy vendendo i dati degli utenti a terze parti per scopi pubblicitari.
Il titolo dell’analisi non è per nulla rassicurante: Your Echos are Heard: Tracking, Profiling, and Ad Targeting in the Amazon Smart Speaker Ecosystem. Amazon, in sintesi, raccoglierebbe dati tramite i suoi smart speaker – gettonatissimi, molto più di quelli a marchio Apple e/o Google – per poi condividerli con oltre 40 partner pubblicitari. Parliamo di informazioni utilissime per le pubblicità mirate e che tali partner pare siano disposti a pagare circa 30 volte più del normale.
Ma le cose stanno davvero così? Un portavoce di Amazon raggiunto da The Verge ha confermato che i dati vocali degli utenti vengono sì raccolti e utilizzati, ma solo per annunci pertinenti mostrati sull’e-commerce e su altri portali web con pubblicità di Amazon. Per quanto riguarda invece la ricerca dell’Università di Washington, il colosso dichiara:
Molte delle conclusioni della ricerca si basano su deduzioni inesatte o speculazioni da parte degli autori, e non descrivono accuratamente il funzionamento di Alexa. Non vendiamo le informazioni personali dei nostri clienti e non condividiamo le richieste di Alexa con partner pubblicitari.
I ricercatori controbattono sottolineando quanto siano vaghe alcune policy dell’azienda statunitense (oltre il 70% non citano nemmeno Amazon e/o Alexa). Inoltre, secondo loro gli smart speaker che tanto spopolano anche in Italia sono una sorta di “scatole nere” che non si prestano ad analisi indipendenti.
E voi avete un Echo in casa e/o in ufficio? E qual è la vostra opinione circa lo studio dell’Università di Washington? Pensate che Amazon stia davvero vendendo i vostri dati a network pubblicitari?
Leggi o Aggiungi Commenti