Dopo aver presentato alla conferenza I/O le varie soluzioni per il suo “cloud based”, affermando così anche l’attuale superiorità, Google ha saputo concretizzare il tutto con il ChromeBook, la versione commerciale dell’esperimento Cr-48.
Il Chromebook è un netbook interamente basato su Chrome-OS (una sorta di browser sempre aperto) che vive perennemente connesso al Web. Garantirà l’accesso a tutte le Google apps attualmente esistenti e consentirà di connettersi al Chrome WebStore, store virtuale da cui scaricare applicazioni di terze parti.
Il nuovo dispositivo è il primo di una nuova categoria di netbook che si può indicativamente collocare tra la semplicità di un iPad e la portatilità di un MacBook Air. Ed è con questi due prodotti Apple, ma soprattutto con il primo, che si troverà a concorrere dal 15 giugno, data in cui sarà disponibile anche in Italia.
Il Chromebook ingolosirà soprattutto coloro che sono alla ricerca di un dispositivo portatile per il computing di base che permetta di navigare su internet, scaricare la posta, guardare filmati online e giocare con qualche casual game quando capita. L’iPad è perfetto proprio per adempiere a questi compiti e lo sarà anche il Chromebook che guarda caso avrà prezzi in grado di concorrere con il Tablet di Cupertino: i modelli disponibili saranno tre, uno da 12” prodotto da Samsung (429$ per il modello Wi-Fi, 499$ per il modello Wi-Fi + 3G) e uno prodotto da Acer con schermo da 11” e connettività Wi-Fi (349$).
Le affinità con le caratteristiche dell’iPad non finiscono qui. Google ha elencato fra le migliori features dei nuovi laptop la velocità di accensione (solo 8 secondi, praticamente instant-on), la lunga durata della batteria (fino ad un giorno) oltre alla possibilità di essere sempre collegati e dunque la possibilità di accedere ai propri documenti da dovunque.
In conclusione questo Chromebook incuriosisce non poco, anche se affidare tutta quanta la nostra vita informatica a server remoti su cui non avremo alcun controllo, non sembra essere il massimo della vita. Per questo si spera che la via Apple alla nuvola, di cui molto probabilmente sapremo qualcosa di più al WWDC di giugno, sia altrettanto efficace di quella di Google, ma un po meno drastica.
Un concorrente che ha la nuvola dalla sua ma che fondamentalmente è ancorato ad un interfaccia che ha vent’anni e che dal punto di vista della semplicità e del livello di “naturalità” non è paragonabile ad iOS.
Via | Gizmodo
Leggi o Aggiungi Commenti