Il fatto che Android sia un sistema operativo aperto ha subito destato l’interesse delle tantissime case produttrici di smartphone, che sin dal 2010 hanno reso possibile una velocissima diffusione del sistema operativo di Google. Tutto molto bello, tranne che l’open source ha anche un “lato oscuro” che vede i sistemi operativi di questo genere molto spesso nel mirino di criminali informatici.
Secondo quanto si legge in un report della Jupiter Networks, è pur vero che sono stati attivati oltre 100 milioni di dispositivi dotati di sistema operativo aperto, ma proprio questa caratteristica li rende molto vulnerabili. Il discorso è del tutto differenze per quanto riguarda iOS: mentre il sistema operativo di Apple praticamente non viene “minacciato” in alcun modo significativo (eccetto nel caso in cui si tratti di un dispositivo jailbrekkato), il sistema operativo di Google ad oggi vede un incremento dei malware del 400% rispetto all’estate scorsa.
Il problema è molto più serio di quel che sembra, soprattutto considerando che la maggior parte delle nostre informazioni personali sono contenute nei dispositivi mobili che utilizziamo ogni giorno. Inoltre, date le tante “possibilitità” di attacco, è molto difficile riuscire a prevenire un attacco da parte di un malintenzionato: le minacce in effetti potrebbero presentarsi sia tramite messaggi di testo o multimediali, che tramite la connessione WiFi o 3G oltre che (ovviamente) tramite le applicazioni installate.
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