Cogliendo un po’ tutti di sorpresa, il timoniere di Instagram Adam Mosseri ha svelato attraverso un post come funziona l’algoritmo del social network basato su foto, video e storie.
Volendo essere chiaro fin da subito, Mosseri afferma che l’algoritmo di Instagram di cui tanti parlano è in realtà “un mix di algoritmi, classificatori e processi con propri scopi”.
Ogni sezione dell’app – Bacheca, Esplora, Reels – utilizza un suo algoritmo. Le persone tendono a guardare cosa fanno i loro amici più stretti attraverso le Storie, e vogliono scoprire qualcosa di totalmente nuovo in Esplora. Classifichiamo le cose in modo diverso in base alle sezioni dell’app, sulla base delle abitudini d’uso degli utenti.
Per quanto riguarda Bacheca e Storie, la piattaforma social si focalizza sui post di persone seguite. Attraverso le informazioni dei post, le persone che hanno pubblicato i contenuti e le preferenze degli utenti, l’applicazione trova dei “segnali”.
In ordine di importanza, ecco i “segnali” utilizzati da Instagram:
- Informazioni sul post pubblicato: si tratta di segnali riguardanti la popolarità di un post (pensiamo ai like ottenuti) e altri dettagli come data e ora di pubblicazione, minutaggio del video e posizione.
- Informazioni sull’utente che ha pubblicato il post: Instagram cerca di capire quanto un utente sia interessante per un altro iscritto al social. Tra i segnali, ovviamente, le interazioni nelle ultime settimane.
- Attività dell’utente: tra i segnali il numero di post che l’utente ha deciso di “premiare” un con un like.
- La cronologia di interazione con un altro utente: tra i segnali il numero di commenti ai post di un determinato utente.
Mosseri dichiara poi che Instagram cerca di evitare che vengano mostrati troppi post in sequenza di una stessa persona. Infine, spiega come sono cambiate, in parte, le Storie:
Fino a poco tempo fa abbiamo dato meno valore alle Storie con post condivisi dal Feed. Questo perché ci siamo resi conto che le persone erano più interessate alle storie originali. Poi però abbiamo notato una marea di post ricondivisi in occasione di grandi eventi – tutto, dalla Coppa del Mondo ai disordini sociali – e in quei momenti le persone si aspettavano che le loro storie raggiungessero più persone di quanto non abbiano fatto, quindi abbiamo deciso di abbandonare questa linea.
Per chiunque voglia approfondire l’argomento, è consigliata la lettura del lungo post di Adam Mosseri.
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