Non esiste prodotto Apple senza una sfilza di polemiche associate. L’ultima novità dell’azienda sono gli AirTag ed in questi pochissimi giorni dall’effettiva commercializzazione è già stato fatto di tutto e di più.
Si parte dalla polemica legata agli accessori. I ragazzi di iFixit hanno smontato il piccolo tracker ed hanno constatato che è possibile forare il dispositivo in tre punti diversi senza toccare componenti fondamentali per il funzionamento dello stesso. Con un piccolo foro diventa possibile collegare il tracker direttamente agli oggetti senza la necessità di un accessorio.
La polemica parte proprio da qui: l’azienda avrebbe evitato il foro di proposito oltre che per ragioni estatiche anche per un ritorno economico legato alla vendita di accessori. Il prezzo del tracker sarebbe di fatto “fasullo” perchè bisogna aggiungere quello degli accessori.
La seconda polemica riguarda il meccanismo di sostituzione della batteria, il semplice click e rotazione in senso antiorario con assenza di altri tasti fisici risulterebbe troppo semplice, tale da renderlo poco sicuro per i bambini che potrebbero ingerire la batteria. Questa motivazione è stata data da una nota catena di negozi australiani che ha deciso di terminare la vendita degli AirTag presso i propri store.
Poi, c’è Tile, che fa parte di tutte quelle aziende che stanno lottando contro Apple per motivi anti-concorrenziali, così come Spotify, Epic Games etc. Tile sostiene che il rapporto con Apple è sempre stato buono, l’azienda vendeva i propri prodotti anche negli Apple Store ma poi di punto in bianco li ha estromessi per incentivare l’acquisto degli AirTag. Inoltre, Apple non permette agli sviluppatori di terze parti di accedere al chip U1 per utilizzare la localizzazione precisa con l’Ultra Wideband. Questi comportamenti anti-concorrenziali, così come quelli di esigere commissioni dalle vendite App Store su un sistema operativo che non offre alternative allo store ufficiale, sono motivo di una causa legale che si protrae da mesi e che vede tantissimi protagonisti contro Apple.
L’ultima polemica, sempre su AirTag, riguarda una vera mancanza del prodotto che speriamo in futuro possa essere sistemata. La condivisione in famiglia iCloud permette di aggiungere altre persone per farle riconoscere dall’AirTag. Queste poi, avranno la possibilità di silenziare l’allarme ma non quella di gestirlo o di localizzarlo: potranno soltanto silenziarlo. Non si tratta quindi di una vera “condivisione” dell’accessorio che resta ad uso prettamente personale.
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