Snap, l’azienda che controlla Snapchat, ha testato una soluzione alternativa alla trasparenza del tracciamento delle applicazioni imposto da Apple. Il nuovo metodo utilizza una tecnica che ha un’efficacia del 95% nell’identificazione dei singoli utenti.
La pubblicità personalizzata è un grosso business perchè mostrare una pubblicità che riflette in maniera più accurata gli interessi di una persona, moltiplica esponenzialmente la possibilità che quest’ultimo clicchi il banner.
Per ogni campagna pubblicitaria esiste un costo per ogni 1000 visualizzazioni (CPM) ed un costo per ogni click. Naturalmente l’inserzionista dovrà pagare molto di più quando un banner viene cliccato rispetto ad una semplice visualizzazione. Quando un utente sceglie di non farsi tracciare attraverso il popup ATT di Apple, non fa altro che negare i banner personalizzati. Di conseguenza appariranno pubblicità di qualsiasi genere, anche cose molto lontane dai propri interessi, che inevitabilmente riceveranno meno click, abbassando gli introiti delle concessionarie pubblicitarie (come Google o Facebook per esempio).
La soluzione di Snap è nota come “corrispondenza probabilistica” che di fatto non va ad utilizzare l’IDFA (l’identificativo del dispositivo creato per le concessionarie pubblicitarie). Snap ha provato con successo a raccogliere i dati da aziende che analizzano se le persone hanno risposto alle campagne pubblicitarie, inclusi gli indirizzi IP aggregati e le etichette che identificano i dispositivi connessi ad internet. In questo modo si crea un sistema alternativo all’IDFA che ha un’efficacia del 95%.
Apple, come nel caso di Adjust SDK, ha dimostrato che anche questi sistemi alternativi sono vietati ma le intenzioni di Snap erano a puro scopo di test. L’azienda infatti, ha dichiarato che non intende implementare questi sistemi bensì si atterrà alle regole di Apple senza cercare di raggirarle.
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