Secondo un ricercatore del Trinity College gli utenti che utilizzano il sistema operativo Android fanno raccogliere a Google 20 volte più dati rispetto a quanto facciano gli utenti iOS con Apple.
Nello studio si è andati ad analizzare la quantità dei dati trasmessi alle aziende che realizzano i due sistemi operativo mobile più famosi al mondo e si è scoperto che i dispositivi inviano informazioni anche quando si sceglie esplicitamente di non condividere i dati di analisi con Apple o con Google.
Tra i dati che vengono condivisi, per entrambi i sistemi ci sono informazioni legate all’inserimento o la rimozione della SIM, alle varie schermate di impostazioni che vengono aperte, alla localizzazione (quando viene attivata o disattivata) e quando un utente avvia un’applicazione preinstallata disponibile anche nello Store. Per iOS, vengono raccolti dati sull’utilizzo di Siri, Safari ed iCloud mentre Android riceve dati da Chrome, YouTube, Google Docs, Safetyhub, Google Messenger, Orologio e Ricerca, anche quando un utente non è connesso ad un account Google.
Sia con lo schermo attivo che con lo schermo spento, in media ogni dispositivo si collega (e comunica con il server dell’azienda), una volta ogni 4,5 minuti.
In totale iOS invia 42 kb di dati ad Apple ogni 12 ore mentre un utente Android invia 1 MB di dati nello stesso periodo di tempo. Soltanto negli Stati Uniti, Android raccoglie 1,3 TB di dati ogni 12 ore, mentre iOS arriva a 5,8GB.
Un portavoce di Google ha raggiunto Ars Technica per comunicare che questo studio è errato e che la quantità di dati raccolti è assai minore di quella dichiarata. Inoltre, tutto questo non ha alcun impatto sull’utente perchè non si tratta di dati di tracciamento utilizzati per altri scopi ma soltanto di dati diagnostici che permettono di verificare che tutto funzioni in maniera corretta. Come analogia viene riportata un’automobile moderna: anche questa comunica con la casa automobilistica scambiando dati al fine di stabilire se tutto funziona in maniera corretta, se la sicurezza è ai massimi livelli e così via. Lo stesso fanno gli smartphone.
Leggi o Aggiungi Commenti