I ricercatori di Avast hanno scoperto 204 applicazioni popolari disponibili in App Store e nel Google Play Store che in realtà sono dei fleeceware. Complessivamente queste app hanno superato il miliardo di download, quindi sono davvero molto utilizzate, ed hanno guadagnato un totale superiore a 400 milioni di dollari! Prima di procedere con l’articolo, bisogna spiegare cosa sono i fleeceware.
Si definiscono così tutte quelle applicazioni che stanno a metà tra l’essere una truffa ed un’app reale. Cerchiamo di spiegarci meglio: esistono applicazioni che si scaricano gratuitamente da App Store ma che al primo avvio invitano immediatamente l’utente ad abbonarsi promettendo 3 giorni di utilizzo gratuito immediato, dopodichè è previsto il rinnovo (automatico) di un abbonamento che comporta una spesa settimanale o mensile eccessivamente alta.
I fleeceware sono proprio quei software che guadagnano cifre astronomiche “ingannando” gli utenti perchè giocano sul fatto che non tutti abbiano la praticità d’uso che gli permette di disattivare l’abbonamento immediatamente, in maniera tale da sfruttare soltanto il periodo di prova gratuito e non incorrere in alcun tipo di pagamento.
Gli utenti che non disdicono l’abbonamento in tempo, o perchè non sono capaci di farlo o perchè (detto francamente) non è proprio segnalato così bene, vanno incontro ad inesorabili addebiti che possono raggiungere anche i 100€ a settimana. Per non parlare di tutte quelle applicazioni di cui accetti il periodo di prova gratuito ma che poi ti rendi conto non essere un’app all’altezza delle tue aspettative, quindi la elimini ma questo non fermerà l’abbonamento.
Le categorie di applicazioni dove è più facile trovare delle truffe sono le applicazioni di strumenti musicali, gli editor di immagini, i filtri per le foto, le app della fortuna che “leggono il futuro”, app che leggono QR Code o PDF e simulatori di Slime.
Una delle strategie migliori utilizzate da chi crea fleeceware è quello di orientarsi o ai più giovani oppure agli over 60. Se un minore utilizza il telefono del genitore per scaricare un gioco apparentemente gratuito dall’App Store, l’abbonamento scatterà soltanto qualche giorno dopoe quando il genitore se ne renderà conto gli sarà già stata sottratta una somma piuttosto consistente dalla propria carta.
Come combattere lo scam dei fleeceware?
Secondo Avast sia Apple che Google dovrebbero cambiare approccio agli abbonamenti. Se un utente scarica un’app che include un periodo di prova gratuito, non appena questo termina, dovrebbe arrivare una notifica per richiedere all’utente se intende pagare l’abbonamento oppure smettere di utilizzarla. Non dovrebbe essere automatico.
Secondo noi invece, basterebbe offrire una schermata più chiara. Al momento Apple fa apparire una schermata nella parte bassa dello schermo, come quella dei pagamenti Apple Pay ed in questa piccola schermata è scritto che ci saranno 3 giorni gratuiti dopodichè ci sarà un costo e tutto questo avviene in maniera automatica.
Noi pensiamo che si potrebbe cambiare la grafica di questa schermata, mostrandone una un po’ più ampia e più chiara (oppure formata da due passaggi), magari con un interruttore ON/OFF in corrispondenza dell’abbonamento successivo al periodo di prova. In questo modo l’utente potrebbe scegliere di scaricare un’app con il tastino “Abbonamento” disattivato, ed utilizzare soltanto la prova gratuita, oppure con il tastino “Abbonamento” attivo che garantisce un rinnovo automatico. Tutto questo permetterebbe di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto alla solita schermata che compare anche nell’App Store quando proviamo a scaricare un’app gratuita. Il solo fatto di ritrovare la stessa identica grafica fa in modo che l’utente presti meno attenzione a ciò che è scritto al suo interno.
Voi cosa ne pensate?
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