Qualche ora fa abbiamo pubblicato l’articolo su uno studio secondo il quale il 99% degli utenti rifiuta il tracciamento nelle applicazioni rispondendo in maniera negativa al pop-up dell’ATT (App Tracking Transparency). Si tratta di una percentuale davvero altissima e da un lato è molto bello vedere come gli utenti tengano alla propria Privacy tuttavia pensiamo che molti non sappiano realmente come funzionano le cose e che non basta rispondere di no ad un’app per garantire la propria privacy a livello assoluto.
La maggior parte di questi consensi negati proviene semplicemente da una scelta d’istinto perchè ci si sente o ci si illude di sentirsi più protetti nel dire “no” ma in realtà nella maggior parte dei casi potreste dire anche di “si” senza alcun cambiamento effettivo.
E’ importante capire bene cosa sta succedendo anche perchè l’App Tracking Transparency diventerà obbligatoria tra pochi giorni (con il rilascio di iOS 14.5) e questo famoso pop-up lo vedrete apparire al primo avvio di quasi tutte le applicazione App Store. Così ho deciso di scrivere un approfondimento per darvi un livello di informazione adeguato alla circostanza. Armatevi di un po’ di pazienza e leggete quanto segue.
Applicazioni che non integrano funzioni di tracciamento attivo
Nella maggior parte dei casi le applicazioni non tracciano attivamente gli utenti quindi nel momento in cui fornite il consenso all’ATT, non fate altro che permettere all’app di interfacciarsi con altre aziende per mostrare delle pubblicità più attinenti ed interessanti. Se il consenso viene negato invece, dall’applicazione certamente non scompariranno tutte le pubblicità, semplicemente saranno più “brutte”.
Facciamo un esempio molto più pratico e concreto: Molte applicazioni vengono offerte in maniera gratuita e gli sviluppatori riescono a ripagarsi del proprio lavoro soltanto grazie al supporto di banner pubblicitari. Quest’ultimi, nella maggior parte dei casi, provengono dal circuito AdMob di Google.
Nel momento in cui l’applicazione mostra quel pop-up ATT, vi sta semplicemente chiedendo di poter utilizzare i dati che Google possiede già sul vostro conto, per mostrarvi delle pubblicità più interessanti. Nient’altro.
Quando negate questo consenso all’applicazione, non è che state eliminando ogni dato su di voi dai server di Google. La vostra profilazione non verrà in alcun modo alterata nè per aggiungere informazioni nè per rimuoverne. Quello che state facendo quindi, è soltanto impedire all’applicazione di mostrare pubblicità basate sui vostri interessi. Interessi che non risulterebbero visibili a nessuno, nemmeno ai proprietari dell’app, ma soltanto all’SDK di Google che ha come unico scopo quello di visualizzare dei banner adatti.
La quasi totalità delle applicazioni App Store appartenenti a piccole aziende, non è in grado di tracciare attivamente i propri utenti quindi il permesso che vi chiederà sarà semplicemente quello di interfacciarsi ad altre compagnie per offrirvi un’esperienza personalizzata (dei banner più interessanti). Inserire sistemi di tracciamento attivo all’interno di un’applicazione è piuttosto complicato e in diversi casi ve ne accorgereste da soli perchè iOS farebbe apparire altri popup come quello per l’accesso alla rubrica, alla cronologia di navigazione sul web, alla clipboard e quant’altro. Le piccole aziende cercano soltanto un piccolo compenso per il lavoro svolto e non saprebbero nemmeno in che modo poter utilizzare o a chi rivendere le informazioni di carattere personale, pertanto i tracciamenti attivi spesso e volentieri non ci sono. I tracciamenti attivi si ritrovano all’interno di applicazioni di aziende più grandi, molto ben strutturate, quelle che si occupano di analisi, di marketing e altro ancora.
Ne deriva che rifiutare l’app tracking “per partito preso” su qualsiasi applicazione e senza nemmeno ragionare è abbastanza inutile e l’unico effetto sarà un peggioramento della vostra esperienza d’uso, visualizzando banner brutti e inutili. Le vere app alle quali dovreste negare la possibilità di tracciarvi sono Pinterest, TikTok ma principalmente quelle che appartengono a Google e Facebook (incluse quindi Whatsapp, Instagram etc), non soltanto su iOS ma anche sul computer, dal browser Chrome e qualsiasi altro dispositivo.
Bloccare il tracciamento dell’applicazione Google su iOS infatti, non ostacolerà l’azienda a tracciarvi attraverso il computer, il browser, l’accesso a Chrome, YouTube, il sistema operativo Android e quant’altro. Nel momento in cui vi registrate ad un qualsiasi servizio Google o effettuate il login, tutto quello che farete verrà tracciato e verrà costruito un profilo pubblicitario sulla vostra persona. Dai video di YouTube si possono capire i vostri interessi, le argomentazioni che preferite, dalla navigazione con Google Maps si possono capire i luoghi che frequentate e quindi i punti di interesse nei dintorni, dalla navigazione su internet si può capire che siti visitate, e quindi qualsiasi tipo di interesse. Per tutte queste ragioni, non sentitevi al 100% protetti nella vostra Privacy quando cliccate su “nega il consenso” ad un’app sul vostro iPhone.
Se volete vedere quanto è inquietante e quante cose Google conosce già su di voi, andate su questo sito adssettings.google.com
Nel mio caso Google sà: il mio sesso, il fatto che ho tra i 25 ed i 34 anni, che conosco l’italiano ed altre 2 lingue, che visito siti per i quali potrebbe interessarmi l’abbigliamento (e tante altre cose), che lavoro nell’ambito del settore tecnologico, effettuo acquisti online, vado in palestra, che il mio lavoro gira intorno ad applicazioni per iOS ma anche per Android, che ho un cane e tanto ma tantissimo altro ancora all’interno di una pagina davvero lunghissima.
Tutte queste informazioni Google le ha ottenuto con il tempo, con gli anni, tracciando la mia attività sul web attraverso un’infinità di modi. Capirete quindi che nel momento in cui andate a cliccare il “no” sul famoso pop-up di Apple, non avrete risolto nulla perchè le informazioni su di voi sono già memorizzate nei server di Google. Sicuramente avrete impedito alla stessa di ottenere nuove informazioni, cioè qualcosa di cui non fosse già a conoscenza, ma le nuove informazioni vengono comunque trasmesse soltanto dalle applicazioni che integrano dei sistemi di tracciamento attivo.
Applicazioni che integrano un tracciamento attivo
Cambiamo azienda di riferimento, spostiamoci su Facebook e la sua app per iOS. Questa è un app con tracciamento attivo e dietro a quel popup ATT c’è tutto un mondo da comprendere. In questo caso, chi accetta il tracciamento, mentre utilizza Facebook sul proprio iPhone andrà ad aggiungere ulteriori informazioni al proprio profilo pubblicitario. Per esempio, entrando in un gruppo, Facebook capirà che vi interessa quella determinata argomentazione, utilizzando un hashtag, una faccina, un tag con un amico o ad un luogo, Facebook capirà dove vivete, i luoghi di interesse, i film che avete guardato e di conseguenza quali potrebbero piacervi, potrebbe capire il vostro stato d’animo e tante altre informazioni che andrà a mettere in un contenitore e che utilizzerà successivamente per mostrarvi delle pubblicità sia sulla propria piattaforma che al di fuori di Facebook, vendendo il vostro profilo pubblicitario ad aziende di terze parti.
In questo modo anche altri addetti al marketing potranno sapere cosa fà per voi e cosa non vi colpirebbe affatto richiedendo una somma di denaro più alta agli inserzionisti che vendono i prodotti reputati per voi “interessanti”. Al contrario Google non vende queste informazioni a terze parti, ma le utilizza per sè stessa attraverso i circuiti di Adsense ed Admob. Rifiutare il popup quando si utilizza l’app di Facebook invece, non ostacolerà l’azienda nell’utilizzare le informazioni che ha già raccolto su di voi fino ad ora nè quelle che raccoglierà quando utilizzate il sito web dal computer o dal browser mobile, tuttavia eviterà di arricchire ulteriormente il vostro profilo pubblicitario quando navigate dall’app (che è già qualcosa).
Conclusioni
Ora che ne sapete un po’ di più, avrete capito che per moltissime applicazioni si può tranquillamente premere “Consenti” ottenendo come unico “beneficio” la visualizzazione di banner più attinenti ai vostri interessi. Nessuna informazione aggiuntiva sul vostro conto verrà inviata a Google o altre aziende, per cui la vostra Privacy resta perfettamente inalterata. Per altre applicazioni con tracciamento attivo invece, tutto quello che andrete ad eseguire all’interno dell’app stessa verrà utilizzato per aumentare le informazioni su di voi ed in questo caso allora potrebbe risultare più utile cliccare su “Chiedi all’app di non effettuare il tracciamento“. Resta però il fatto che qualora vi ritrovaste ad utilizzare su altre piattaforme o dispositivi lo stesso servizio che su iOS state “bloccando”, allora il tracciamento avverrà comunque ed il vostro profilo pubblicitario si arricchirà di nuove informazioni.
L’unico vero modo per non permettere alle aziende di tracciarvi è quello di non utilizzare i servizi che mettono a disposizione e questo nell’era in cui viviamo è letteralmente impossibile.
E’ così sbagliato farsi tracciare?
La risposta a questa domanda è soggettiva. Farvi tracciare significa far guadagnare dei soldi alle aziende che vi tracciano, perchè raccolgono informazioni su di voi che poi utilizzano per scopi pubblicitari che ovviamente portano soldi, tuttavia “il gioco” è tutto qui, nel senso che non c’è nient’altro che queste aziende possano fare con le informazioni del vostro profilo pubblicitario. Nulla infatti potrà essere utilizzato per localizzarvi fisicamente o interagire con voi nella vita reale. L’unica cosa che possono fare è mostrarvi pubblicità mirata che in molti casi potrebbe anche rivelarsi una cosa interessante per scoprire nuovi oggetti, accessori e quant’altro che potrebbero effettivamente servire. A voi la scelta.
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