Due ricercatori di sicurezza hanno trovato online un database da 72 GB non crittografato, contenente oltre 380 milioni di password.
Noam Rotem e Ran Locar si sono imbattuti nel database durante un progetto di mappatura web. Dopo aver indagato sulla situazione, i due hanno scoperto che il database conteneva “credenziali di accesso e altri dati utente di Spotify”. Le origini del database sono sconosciute, ma Rotem e Locar ritengono che il database sia stato compilato da fonti diverse.
Le informazioni non sono state crittografate. Di conseguenza, questi dati potrebbero essere utilizzati per accedere e assumere il controllo degli account, nonché per eseguire attacchi di credential stuffing qualora le password e gli indirizzi di posta elettronica venissero utilizzate su altre piattaforme o per accedere ad altre applicazioni.
I ricercatori, insieme a Spotify, ritengono che il database sia stato compilato da hacker utilizzando credenziali di accesso rubate da altre fonti che sono state riutilizzate per attacchi di credential stuffing contro Spotify.
Il problema è stato scoperto in estate e prontamente segnalato a Spotify. Il servizio di streaming musicale ha quindi avviato una reimpostazione della password per oltre 350.000 account per mitigare il rischio che gli account venissero compromessi.
Sembra che il problema sia ormai risolto senza complicazioni ma tali casi ci ricordano ancora una volta di non utilizzare le stesse password su diversi servizi.
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