La pandemia di coronavirus ha cambiato molte delle nostre abitudini. Persone che lavorano e studiano da casa e altro ancora. Non sorprende, quindi, scoprire che anche l’ utilizzo dello smartphone è cambiato.
Secondo uno studio di Kantar, alcuni di questi cambiamenti sono stati temporanei, ma altri sembrano permanenti, o di lunga durata.
Come prevedibile, uno dei cambiamenti più evidenti è che l’uso delle app di navigazione è diminuito durante i blocchi più severi ed è tornato a livelli più normali nei paesi e nelle regioni in cui le restrizioni sono state allentate. In Europa, ad esempio, l’utilizzo è diminuito nei primi giorni della pandemia, ma da allora è tornato alla normalità nonostante le restanti restrizioni di viaggio. Negli Stati Uniti, non c’è stato ancora alcun segno di ripresa nell’utilizzo di questa tipologia di app.
Anche l’uso della messaggistica istantanea è aumentato, poiché le persone cercavano modi alternativi di comunicare con amici e familiari quando non potevano incontrarli, ma successivamente sono tornati ai normali livelli.
Alcuni cambiamenti nel comportamento, tuttavia, sono più duraturi, soprattutto in Europa. L’aumento della popolarità dei servizi di musica in streaming come Apple Music e Spotify non ha mostrato alcun segno di ritorno ai livelli pre-COVID, così come i servizi di video in streaming come Netflix e Apple TV +.
Forse non sorprende che, in un momento di maggiore attenzione alla salute e al fitness, il monitoraggio della forma fisica abbia registrato un’impennata all’inizio della pandemia e da allora ha continuato a crescere.
Nono sorprende neanche la crescita dell’utilizzo di app di portafoglio mobile e altre forme di pagamento contactless. Meno persone vogliono gestire contanti o consegnare fisicamente una carta a un commesso presso un negozio. L’utilizzo di questa tipologia di pagamento è aumentato dell’8% all’inizio della crisi e successivamente del 16%.
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