All’inizio di quest’anno, diversi stati hanno avviato un’indagine sulle pratiche di “limitazione” dell’iPhone di Apple, con l’obiettivo di determinare se il rallentamento dei vecchi dispositivi attraverso la gestione dell’alimentazione “violava le leggi sulla pratica commerciale ingannevole”.
Scoperto poco dopo il rilascio di iOS 10.2.1, il problema del throttling dell’iPhone è stato ricondotto a uno strumento di gestione dell’hardware incluso in iOS per mitigare gli effetti negativi dell’invecchiamento delle batterie dell’iPhone. In particolare, il software è stato progettato per contrastare gli arresti imprevisti su iPhone 6 e 6s, ma è stato scoperto che Apple ha mantenuto lo strumento anche su iPhone 7.
Il changelog di 10.2.1 affermava che l’aggiornamento “migliora la gestione dell’alimentazione durante i carichi di lavoro di punta per evitare arresti imprevisti su iPhone”.
Test di terze parti hanno confermato la presenza di un processo di limitazione non rivelato, spingendo Apple a scusarsi con i proprietari di iPhone per mancanza di trasparenza. Per compensare la presunta indiscrezione, Apple ha ridotto i prezzi delle sostituzioni della batteria fuori garanzia e ha successivamente introdotto uno strumento per la salute della batteria che consente agli utenti di disabilitare manualmente la funzione di limitazione.
Secondo quanto riferito, l’indagine si è ora conclusa e Apple ha deciso di pagare 113 milioni di dollari per risolvere la questione. La società ha anche accettato di essere più trasparente su modifiche simili ai dispositivi iOS in futuro, fornendo maggiori dettagli sullo stato della batteria e sulla gestione dell’alimentazione.
L’indagine multi-stato è stata condotta da Arizona, Arkansas e Indiana, con i querelanti che accusavano Apple di fornire “informazioni fuorvianti” sugli aggiornamenti iOS. In una dichiarazione, il procuratore generale dell’Arizona Mark Brnovich ha affermato che farà tutto il possibile per impedire alle aziende tecnologiche di manipolare i consumatori:
“Le grandi aziende tecnologiche devono smettere di manipolare i consumatori e dire loro tutta la verità sulle loro pratiche e prodotti.”
Questo accordo è diverso dai 500 milioni di dollari che Apple aveva già accettato di pagare agli utenti iPhone interessati per risolvere una causa legale collettiva negli Stati Uniti.
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