Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’indagine sull’uso diffuso di bot che generano false immagini di nudo su Telegram. La notizia segue un’indagine della società di sicurezza Sensity, la quale ha scoperto che a Luglio 2020 erano state generate e condivise sui canali della piattaforma di messaggistica più di 100.000 immagini false.
I bot possono generare finti nudi che hanno filigrane o che mostrano solo nudità parziali e gli utenti pagano per “rivelare” l’intera immagine. Gli utenti possono inviare una foto di una donna al bot e ricevere una versione della foto con i vestiti “rimossi” e nessuna indicazione che l’immagine è stata in qualche modo alterata.
Secondo Sensity, un numero limitato di immagini generate dai bot, la maggior parte delle quali vengono estratte dagli account dei social media e quindi manipolate, sono di vittime che “sembravano essere minorenni”.
Sensity ha scoperto che i falsi nudi sono stati generati dal software DeepNude, apparso online l’anno scorso. Il suo creatore ha rimosso il sito web dicendo “la probabilità che le persone ne facciano un uso improprio è troppo alta”. Tuttavia, il software è stato decodificato ed è ampiamente disponibile su repository open source e siti Web di torrent.
Il Garante chiederà a Telegram di fornire informazioni, al fine di verificare il rispetto delle norme sulla protezione dei dati nella messa a disposizione agli utenti del programma informatico, nonché di accertare l’eventuale conservazione delle immagini manipolate e le finalità di una tale conservazione.
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