Nelle ultime settimana, i numeri di contagi nel nostro Paese hanno registrato una crescita e, ora più che mai, dobbiamo iniziare ad utilizzare l’app Immuni.
A Giugno, l’app è stata ufficialmente lanciata in tutta Italia ma, sfortunatamente, non ha riscontrato il successo sperato a causa di varie preoccupazioni sulla privacy. Nelle prime 24 ore di disponibilità, Immuni è stata scaricata da più di mezzo milione di italiani scalando rapidamente le classifiche dell’App Store, ma poi ha avuto una brusca inversione di tendenza.
Pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che “è un obbligo morale scaricare Immuni”. La prima regione a pubblicizzare nuovamente l’app è stata la Campania, grazie alla collaborazione di varie testate giornalistiche.
Il sito web ufficiale di Immuni riporta che l’app è stata finora scaricata su più di 7 milioni di smartphone, ha inviato 5870 notifiche ed individuato 357 positivi.
Come già ribadito più volte in precedenza, il numero di download è uno dei fatto determinanti per l’efficacia dell’applicazione. In genere si parla del 50 o 60 per cento della popolazione, ma al momento l’app è installata su solo il 18% degli smartphone.
Inoltre, qui si parla solo di download e non di utilizzo dell’app, quindi molti potrebbero aver scaricato Immuni senza mai attivarla, senza mai utilizzarla o addirittura spegnendo continuamente il bluetooth del proprio smartphone per la paura di consumare troppa batteria, rendendo del tutto inutile l’app.
Come funziona Immuni
Una volta scaricata l’app e abilitato le notifiche di esposizione, il nostro iPhone trasmetterà via Bluetooth una serie di numeri identificativi casuali, in costante mutamento e slegati dalla nostra identità. Il nostro iPhone riceverà anche numeri casuali inviati da altri iPhone e smartphone Android che hanno l’app installata e li archivierà in modo sicuro.
Almeno una volta al giorno il sistema scaricherà una lista di identificativi che sono stati già accertati come appartenenti a individui positivi al COVID-19 dal Ministero della Salute. Qualora ci fosse una corrispondenza tra i numeri raccolti dal nostro dispositivo e le liste scaricate, saranno le autorità sanitarie a stabilire se per noi c’è stato il rischio di esposizione e, nel caso, a consigliaci cosa fare.
Ricordiamo che Immuni è un’app creata per aiutarci a combattere l’epidemia di COVID-19. L’app utilizza la tecnologia per avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio, anche se sono asintomatici.
E voi utilizzate Immuni? Fateci sapere nei commenti qui sotto!
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